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ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
Skillo:
Mica volevo metterci nome e cognome, ma se insistete, si; non è veneto. Per pochi km non è in Veneto.
Comunque, Ettore, che qualcuno di noi si opponga all'omologazione delle canoe (e son contento per gli Hochschorner e le loro pagaie home made) non vuol certo dire che si voglia tornare a vivere di aria & poesia.
Sai benissimo che la penso in maniera diametralmente opposta, dai canali artificiali alla professionalità dei tecnici, e mi stupisce che il mio oppormi all'omologazione delle canoe perchè in ciò vedo anche un freno all'evoluzione delle forme e dei materiali, ti suoni come un voler tornare ai c2 coi pozzetti lontani.
Trovo solo che questa omologazione non sia fatta nell'interesse degli atleti "poveri" e che di conseguenza non capisco come potrà portare ad una maggior diffusione del nostro sport.
Sulla passività dell'Italia sono invece rassegnatamente daccordo con te.
nikemerlino:
E' chiaro che in Italia si fa fatica ad accettare questi ragionamenti.
Dove sono i canali artificiali in Italia?
Dove trovare i campi zeppi di slalomisti dai 10 ai 70 anni?
Quanti sono i praticanti slalomisti iscritti o non iscritti alla FICK?
Come al solito l'Italia vive per le sue punte di diamante senza curarsi del movimento sportivo di massa.
Nell' Europa dell'Est lo slalom e un pochino meno la discesa sono sport popolari.
Ho paura che l'impatto iniziale in Italia sarebbe durissimo, spero sia rimandata la data attuativa.
Però devo scrivere che sono d'accordo in linea di principo alla creazione di tipi, in realtà sarei ancora più felice del monotipo.
Il monotipo ha fatto benissimo alla vela anche se si è perso molto in termini di ricerca e sviluppo.
Regatare con un Fliyng Dutchman era diventato proibitivo, la risposta è stata il Laser. Una barca relativamente poco sviluppata ma pratica ed estremamente diffusa.
Forse la canoa sta seguendo l'esempio velico....
Certamente Gengis ha ragione nel sentirsi limitato nella pratica della canoa marina in Italia. Anche se non lo ritengo un vero problema. Quanti sono i canoisti marini in Italia che si allontanano dalla costa? Non molti.
E' vero che siamo anarchici ma forse lo siamo in risposta ad un stato molto burocraticizzato e poco realista.
Quindi ben venga l'omolagazione delle barche marine ma ho paura che poi si porterà dietro anche tutta una serie di conseguenze imprevedibile, ad esempio la patente nautica per kayak da mare.
massimo.aiello:
é vero ...basta regole e regolamenti,
quando ho inizizto ad andare in canoa alle gare si andava con tutto ciò che galleggiava ,ci divertivamo ci facevamo nuovi amici e non stavamo in strada a far casino.
Si crei un categoria di elite e si continui con una aperta a tutti.
Si porti la canoa nelle scuole anche se la nuova riforma pare preveda solo il calcio ,ilcalcio a 5 ,a 7, a9 e poco altro.
Il nocciolo è qui ,poche storie,diffusione dello sport non significa preclusione allo sport per i meno dotati finanziariamente.
Abbiamo poco tempo canoisti le prossime gare saranno a chi salta attraverso il cerchio di fuoco.
Auguri ai laici e ai libertari .....tutti gli altri facciano come credono.
roberto.bussolino:
si porta spesso ad esempio lo sci come una strada già segnata e da seguire anche per la canoa, ed in effetti le similitudini sono molte, però io mi faccio una damanda: per le attrezzature ( sci e bastoncini) esistono omologazioni o semplicemente delle misure da rispettare ( sciancrature, altezza piastre ecc.)?
io nn ho mai sentito parlare di omologazioni e nn mi sembra che questo abbia limitato coperture televisive o lamentele da parte dei costruttori di sci, e non riesco a comprendere come la omologazione possa aiutare il movimento a crescere, piuttosto il contrario.
Il problema è ben diverso, lo vedo nell'immagine che si ha della canoa fluviale da parte del grande pubblico, sport pericoloso, freddo. è in quella direzione che bisogna lavorare e nello sviluppo degli impianti.
per quanto riguarda il monotipo, potrei essere d'accordo per le categorie giovanili, ma anche in quel caso con diversi dubbi, perchè porterebbe ad una limitazione alla ricerca e allo sviluppo.
saluti.
Ettore Ivaldi:
Non bisognerebbe mai uscire dai propri confini per non incappare nell’errore di farsi trascinare in un vortice che ti lascia a bocca aperta. Sono al “ICF Canoe Slalom Coaches Symposium” a Londra e più esattamente alla “Brunel Univerity West London”. Un convegno organizzato sotto il patrocinio e l’attenta organizzazione della British Canoe Union che dovrebbe portarci anche a vedere il neo nato canale olimpico distante pochi chilometri da dove ci troviamo attualmente. Passeremo qui tre giorni con i colleghi allenatori di molti paesi ad ascoltare quello che il Boarding dello Slalom ha da dirci e che il XXXIII Congresso Ordinario dell’ICF di una settimana fa ha approvato. Già! Nessuno ci ha aggiornato su questo importante congresso svoltosi in Spagna a Isla de la Toja che aveva all’ordine del giorno molti punti da approvare. Eppure in Galicia, paese dove si mangia un’eccezionale zuppa di pescado e marisco, avevamo diversi delegati: il tesoriere, il presidente degli atleti e, se non vado errato, il rappresentante ufficiale italiano Adelfi Scaini. L’ ufficio stampa ha completamente ignorato l’evento. Di cambiamenti ce ne sono stati e direi che gli aspetti che più ci toccano sono quelli legati agli Under 23. Infatti sono stati approvati ed inseriti i campionati del mondo per questa categoria e sembra che prenderanno il via già dal 2012 poiché a Wassau (prossima sede per i mondiali di slalom junior) si sono detti disponibili ad aprire le porte anche agli U23.
Per la velocità invece si dovrà aspettare il 2013 a Welland (Canada). Dico ciò per fare contento, spero, il mio amico Frank Guglielmi, aggiungo anche, sempre per la sua gioia, che finalmente il K4 potrà sostituire un atleta tra batteria e semifinale o finale se un componente sta male o si è procurato una lesione e le donne potranno gareggiare anche in C2 ovviamente nei 500 metri.
Dal congresso emerge anche l’intenzione di usare 500,000 € per la televisione al fine di produrre un prodotto che offra la possibilità di pubblicizzare al meglio e con costanza la canoa e i suoi protagonisti.
Mi parlava di tutto ciò Joao Tommasini, presidente della Federazione Brasiliana di Canoa, che sta già lavorando duramente per i Giochi Olimpici di Rio 2016. Loro hanno pianificato un “piano di guerra” per arrivare all’evento pronti, ma soprattutto per sfruttarlo come momento di crescita di tutto il movimento sportivo: partire da questa opportunità per far decollare nel paese lo sport della pagaia. Giusto per la cronaca o per chi ignorasse la cosa: a Foz do Iguaçu c’è un canale artificiale eccezionale per lo slalom, tanto che nel 2007 ospitò il mondiale valido come qualificazione olimpica.
Allora non ci rimane che prepararci per il Symposium e sempre che la cosa vi interessi vi aggiornerò di giorno in giorno, se poi avete qualche quesito da rivolgere ai grandi politici dello slalom fatemi sapere anche via mail (ettoreivaldi@alice.i t) oppure se avete problemi tecnici allora... qui c’è il meglio del meglio dal punto di vista allenatori!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
London, 5 novembre 2010 - the open day of “ICF Canoe Slalom Coaches Symposium”
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