Con il 2010 le donne entrano definitivamente nel programma iridato nella canadese monoposto. Un travaglio relativamente veloce dopo un solo anno di gare e con un mondiale 2009 che è servito da banco di prova.
Sono state 35 le donne che hanno preso il via almeno ad una gara di coppa del mondo (158 nel K1men; 103 K1w; 101 C1m e 58 nel C2); 24 quelle entrate in classifica al mondiale di Tacen in rappresentanza di 16 nazioni.
Rispetto al primo anno le ragazze in canadese sono cresciute non poco, infatti siamo passati da una media di distacchi dai migliori K1 del 41% all’attuale 35,4%. Le prime cinque del panorama internazionale, Dukatova, Fox, Guinea, Cen e Macova stanno facendo vedere buone cose e la loro tecnica cresce molto velocemente. Su percorsi molto difficili, come ad esempio a Tacen, mi aspettavo di vederle in grosse difficoltà cosa che invece hanno smentito alla grande. La leggerezza nel risolvere le diverse problematiche e la tranquillità di non dover dimostrare nulla sono elementi importanti in questa primo processo di sviluppo.
In questa categoria iniziamo già ad avere specialiste che si dedicano solo alla monopala, mentre altre sono anche ottime kappiste. E’ il caso di Jana Dukatova che porta avanti molto bene il doppio impegno. Ai mondiali ha messo al collo l’oro in canadese e l’argento in K1, invertendo le medaglie agli europei in casa a Bratislava. Come lei la giovanissima Jessica Fox (classe 1994) bronzo inginocchiata e quinta seduta. Mentre ai mondiali Junior non ha avuto problemi a coronare la testa con il doppio oro.
Quale sarà il futuro di questa specialità ormai è chiaro. Infatti l’obiettivo sarà quello di introdurre ufficialmente la gara con i giochi olimpici di Rio nel 2016. L’attenzione però che le nazioni stanno dando alla disciplina non sembra essere massima. Mi stupiva e mi chiedevo perché i francesi, notoriamente nazione dai grandi numeri canoistici, si siano presentati in coppa e al mondiale con una sola atleta e non si siano buttati a capofitto in questa nuova avventura. La spiegazione mi è arrivata al Symposium Allenatori. Il motivo è tra i più banali ed in effetti ci si poteva arrivare facendo un ragionamento logico: troppe donne in canadese avrebbero potuto infastidire il resto della squadra nelle ore di allenamento prima delle gare. Ragione per cui anche i tedeschi sono stati molto restii a portare la squadra al completo per questa specialità.
La soluzione però è nella semplicità dell’”Uovo di Colombo”: si preventiveranno ore di allenamento solo per le donne in C1.
L’altro stimolo che l’ICF offrirà sarà una serie di raduni specificatamente per questa categoria, come è già stato fatto quest’anno prima a gennaio in Australia e poi in occasione dei campionati del mondo di Tacen. Forse troppo pochi però per lanciare questa specialità che deve superare moltissime difficoltà.
Guardando i risultati è evidente che sono emerse maggiormente quelle nazioni che hanno la possibilità di allenarsi sui canali. Ecco perché nel lista del ranking internazionale vediamo nella parte alta 3 australiane, 2 cinesi, 2 slovacche e una francese.
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi
fine ottava parte 2010 -