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Canoe da torrente testate da Michele Ramazza

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maurizio.beccafichi:
Ahh! Dimenticavo: non sarebbe il caso di aggiungere nelle valutazioni la colonna "robustezza" ? In considerazione delle frequenti rotture di quasi tutti gli scafi che non poche "frizioni" hanno creato tra canoisti e produttori-rivenditori mi sembrerebbe opportuno, o no?
Salut.
Maurizio Beccafichi

Marco Panebianco:
Maurizio,
come mi spiegava Corran in Norvegia quando mi ha descritto i dettagli progettuali della Mafia e Critical Mass nel 2005, soprattutto la scelta di proporre una punta filante e non a boa, mi disse che le canoe sono fatte per andare nell'acqua e non sulle pietre: direi abbastanza logico. Sono in plastica, ma non progettate per urti molto forti, quindi il puntone non deve servire da paraurti per scendere a mestiere sui sassi e nei fossi. Purtroppo quando non c'e' acqua bisognerebbe rinunciare a fare il fiume visto che la possibilita' di trovare un fiume secco dopo chilometri adesso e' evitata da CKfiumi e idrometri online.
Naturalmente non sto parlando di te visto che sei cresciuto sul Nera e pennelli le roccie anche con un rivolo d'acqua. Chapeau!
Altro mito da sfatare e' che il polietilene sia piu' o meno buono. Secondo l'autorevole parere del maggior produttore di canoe italiano, Diego Zanga, che posso confermare dal punto di vista meccanico, le rotture non da urti importanti si determinano per concentrazioni di sforzi dovuti a microurti o continue flessioni in punti dove il disegno della canoa comporta il loro accumularsi come pieghe, incavi, spigoli, inserti di viti, cambio di rigidita', ecc, e la fragilita' indotta al materiale per un raffreddamento veloce del polietilene in quel punto. Si sono riscontrate rotture in alcuni modelli di canoa e marche che prima non avvenivano e viceversa a causa del design diverso ed aumento del volume di produzione, che determina quindi minori tempi di raffreddamento. Si potrebbe tentare un'analisi agli elementi finiti nei punti in cui si riscontrano le rotture per migliorarne la curvatura, lo sbavo, la cava, come si fa in meccanica, ma sulla plastica e le canoe non so se sarebbe facile e giustificabile visto che non ho esperienza in merito basandomi su pochi concetti confusi sudati al Politecnico di Milano.

Un saluto,
Marco Panebianco




--- Citazione da: maurizio.beccafichi - Settembre 22, 2009, 07:58:46 pm ---Ahh! Dimenticavo: non sarebbe il caso di aggiungere nelle valutazioni la colonna "robustezza" ? In considerazione delle frequenti rotture di quasi tutti gli scafi che non poche "frizioni" hanno creato tra canoisti e produttori-rivenditori mi sembrerebbe opportuno, o no?
Salut.
Maurizio Beccafichi

--- Termina citazione ---

Patrik Consalvo:
La qualità e la "densità" della plastica....il problema delle rotture è legato a molto a questi aspetti.
Le canoe sono fatte per l'acqua....ma perchè quelle che custodiamo gelosamente nei box prodotte qualche anno fa hanno resistito e resistono ancora nel tempo alle "rotture" ?
Sarà perchè prima c'era più acqua sui fiumi ;o))))))
Salut
patrik

Davide Sandini:

--- Citazione da: Marco Panebianco - Settembre 22, 2009, 11:54:22 pm --- le rotture non da urti importanti si determinano per concentrazioni di sforzi dovuti a microurti o continue flessioni in punti dove il disegno della canoa comporta il loro accumularsi come pieghe, incavi, spigoli, inserti di viti, cambio di rigidita', ecc,

--- Termina citazione ---
Concordo, aggiungendo uno dei punti di innesco delle rotture sono proprio i graffi , sia esterni dovuti alle pietre, che interni :usura da strofinìo, operazioni maldestre di manutenzione ( ho un caso da manuale in una mia barca).
Inoltre negli ultimi anni è aumentata di molto la frequentazione di passaggi difficili, e questo sottopone di sicuro le barche a sforzi che le loro sorelle di dieci anni fa neanche si sognavano.
Non so se sia aumentata anche la capacità dei costruttori di "programmare" in un certo modo la durata media degli scafi, di certo se una tale possibilità è disponibile tecnicamente, essa è certamente già in uso.

Davide

michele ramazza:
Non ho voluto inserire la colonna robustezza volontariamente.
Dalla mia esperienza vi posso dire che tutte le canoe si rompono allo stesso modo. Qua a Voss ho visto ogni sorta di canoa frantumata, dagger, wave sport, liquidlogic, riot, bliss stick. Qualche volta era solo un taglietto, altre la punta della canoa piegata a metà, altre lo scafo completamente spaccato in due pezzi di uguale grandezza. Sono pezzi di plastica, che come detto, dopo una serie di microfratture dovute all'usura tendono a diventare deboli.
E' chiaro che più si pagaia duro più il rischio aumenta. Più puntate si danno più si rischia di rompere.

Ciò che consiglio:
- cercate di condurre la barca lontano dai sassi
- tenetela lontano dagli UV.
- Se una canoa si rompe non fatene un dramma, imparate a ripararla. (dagger, bliss stick, wave sport, liquidlogic, riot, dragorossi, si possono ripare con solamente con il phon industriale o decapatore termico)
- Non fatevi condizionare sulla scelta della canoa in base a consigli sul materiale.
 
 

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