Carissimo Hansjörg,
mi dispiace che hai preso le mie osservazioni come un attacco personale e quindi creare una replica sulla mia persona e trasformarla in una sorta di auto elogio politico evitando il confronto diretto con dati alla mano e in modo analitico. Ma ovviamente non mi aspettavo tanta lungimiranza, anzi le tue parole testimoniano in maniera chiara, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, quali sono i momenti di confronto a livello federale. Può essere che voi consiglieri fate un corso specifico per apprendere l’autoproclamazione dimenticando le parole scritte del Presidente dove si diceva che ogni tre mesi venivano convocati i tecnici societari per un confronto ed una partecipazione comune ai programmi e ai progetti. Cosa mai avvenuta.
Parli della discesa, dello slalom, dei giovani, di budget, fai una somma di gare che si disputeranno (18 gare per tutte le categorie comprese due prove internazionali, ma un giovane ha l’opportunità di fare 8 gare – dal 1996 al 2004 i giovani avevano la possibilità di farne 10 giusto per essere precisi), lanci i “grandi” numeri. Io invece sto facendo un lavoro di analisi, di attenta analisi su temi specifici correlati, ma divisi, senza motivo di critica o di odio (come tu dici) nei confronti di tecnici e società.
L’ho già scritto che nessuna responsabilità deve attribuirsi ai club tanto è che ad in ogni manifestazione vado sempre a stringere la mano agli organizzatori ringraziando di tutto ciò che fanno sapendo che alle loro spalle non c’è nulla se non quando al momento clou arrivano i federali e spavaldi si autoproclamano (vedi la maratona TerradeiForti che ho l’onore di organizzare, alla quale quest’anno siete riusciti a non dare un campionato italiano di una specialità che grazie ad un certosino lavoro internazionale siamo riusciti a creare). Il Presidente dal palco della TerradeiForti ha proclamato a gran voce che porterà il campionato del mondo… e poi? Il nulla, se non la certezza di rimboccarci le maniche e lavorare duramente con molto piacere e sempre per offrire il massimo agli oltre 1.200 partecipanti.
Ma torniamo a noi. Citi una convocazione del marzo 2001 quando cioè ero appena entrato in carica e ovviamente volevo vedere le potenzialità degli atleti che ritenevo dover seguire, quindi non avevo bisogno di molti tecnici che collaborassero in quella situazione. Nota comunque il numero di canadesi e donne oltre i kayak presenti! Ti inviterei a consultare le migliaia di pagine di relazioni, dati, filmati, studi e analisi che testimoniano l’attività fatta in quegli anni e che ovviamente doveva aver un seguito. Se in segreteria federale non trovi nulla basta un fischio che ho gli scaffali che ti aspettano.
Carissimo Hansjörg, sto cercando di far capire che dobbiamo cambiare un sistema per creare una macchina operativa che sia indipendente da Te o da me. Non sono alla ricerca di nessun posto lavorativo, visto che ho diverse opportunità all’estero e a casa stiamo portando avanti un progetto molto importante. Mi sono messo umilmente a disposizione con idee ed esperienza che penso siano innegabile. Ma non voglio assolutamente dire quanto sono bello e bravo questo se mai non spetta a me farlo. Non è nella mia natura, visto che ho cercato sempre di lavorare nell’assoluto anonimato.
Citi 5 tecnici nello slalom (qui rispondo brevemente perché lo affronterò quando esaminerò in maniera dettagliata le squadre nazionali) dirò solo che di questi 5 solo tre dovrebbero essere “full time” , ma il direttore tecnico ha dato disponibilità per 100 giorni lavorativi; uno è allenatore del G.S.Forestale e il buon Friz aspetta ordini da eseguire. Gli altri due che immagino siano Marco Caldera e Mario Veronesi mi risulta che il primo ha visto i suoi atleti per ben due volte, in questa stagione, inviando però fax o e-mail molto complessi con il solito giochino taglia ed incolla, senza presentarsi neppure alle gare di selezione. Per Mario, viceversa, che stimo e ammiro per la grandissima passione, non condivido le sue scelte professionali che secondo me non possono coincidere con quanto si dovrebbe fare per il nostro sport.
Per il settore discesa (anche per questo arriverà il tempo di approfondire tranquillamente ogni cosa) i tre tecnici sono tutti part-time. Il commissario tecnico è responsabile generale del Gruppo Sportivo Forestale e nel tempo libero segue il neo nato club sul Brenta, per gli altri due vorrei chiederti quanti club hanno seguito nella loro carriera da allenatori e quanti atleti hanno cresciuto. Con ciò non c’è odio nei confronti degli amici Vietti e Cardinali, c’è solo, come nel caso di Mario, la convinzione che non devono esser pagati così poco, ma deve essere offerta a loro l’opportunità che sia il loro esclusivo lavoro. Solo così la canoa può cambiare, per non assistere, ancora una volta, al fatto che un ultra cinquantenne possa partecipare alla massima rassegna mondiale di questa specialità. E i giovani dove sono?
Mi piacerebbe che tu frequentassi di più i campi internazionali e ti rendessi conto di persona quanti atleti sono in acqua e nello stesso momento quanti allenatori stanno sulla riva a stimolare e a seguire il lavoro. Ti parlavo della Russia e tu subito ritieni di essere al loro livello. Beh! Non è proprio così, inutile negare l’evidenza che è fatta di tanto lavoro sui canali (mentre i nostri hanno problemi di scendere dallo scivolo di Città di Castello) e numerose competizioni.
Dei tecnici giovanili, ho già avuto modo di parlare e quindi mi sembra superfluo tornarci, mi preme invece toccare l’unico punto tecnico che sono riuscito ad intravedere nel tuo intervento e cioè sul fatto di aver adeguato il numero di porte per le categorie giovanili e per la doppia partecipazione alla gara in specialità diverse. Nel primo caso non concordo, perché ritengo che per queste categorie siano necessari percorsi specifici per le loro capacità ed età. Quale può essere l’interesse di valutare un allievo o cadetto con un ragazzo o con uno junior quando sappiamo che a questa età anche sei mesi di differenza possono essere determinanti? Tant’è che in Francia ed in Inghilterra i percorsi per queste categorie prevedono lancio della pagaia in un cerchio, un eskimo, dei passaggi obbligati sotto le porte e altri gesti inerenti alla specialità. Tutto sotto forma di gran gioco. Oltretutto, come dovresti sapere, visto che citi la gara di Klagenfurt, le porte per i cadetti (Youth) non sono le stesse per le altre categorie.
La doppia specialità non nasce propriamente dalla genialità italiana, ma non è altro che un adeguamento di una normativa a livello internazionale. Infatti nel gennaio 2005 l’ICF ha introdotto questa novità per cercare di incrementare la partecipazione nella canadese doppia.
Nel 1996 – quando ciò ricoprivo il ruolo di consigliere federale nazionale responsabile dell’attività giovanili – introducemmo le due gare nei week-end. Un giorno la discesa (doveva ancora nascere lo sprint) e il giorno successivo lo slalom. Questo aveva il chiaro obiettivo di unire le due specialità ed offrire ai giovani l’opportunità di cimentarsi in tutte e due le prove. Purtroppo ora lo slalom e la discesa navigano su fiumi molto divisi. Cosa negativa perché si dovrebbe spingere ad una unificazione, cosa che avevo cercato di portare avanti nel 2005 – quando ricoprivo il ruolo di tecnico nazionale responsabile del settore discesa, Infatti grazie alla collaborazione e all’esperienza di tutta la squadra nazionale avevamo realizzato un lavoro importante da presentare al wild-water bording ICF nel novembre dello stesso anno, dove tra le altre proposte si suggeriva di organizzare i campionati del mondo sprint in contemporanea ai campionati del mondo slalom o meglio nella stessa località, magari la settimana successiva. Se lo sprint non cerca di restare agganciata allo slalom è destino a sparire. Ma non mi fu permesso partecipare visto che da li a poco mi avrebbero lanciato fuori dalla finestra.
Certo è che a volte lo scrivere può essere interpretato male, infatti ovviamente nel mio Piano B non si consideravano 50 ragazzi contemporaneamente con un solo tecnico, ma gruppi di lavoro di 10 ragazzi per volta che si alternano tutta l’estate. I 30 euro sono anche eccessivi se consideriamo il fatto che possiamo decisamente risparmiare sul dormire e il mangiare offrendogli comunque un’ottima sistemazione in tende e con cucine da campo. Vedi il raduno che ogni anno organizza il mitico Canoa Club Bologna in Francia con grande successo. Mi scuso se sono stato interpretato male o se mi sono espresso in modo poco chiaro.
Nella speranza che si capisca che il dialogo deve essere impostato su un confronto tecnico colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che vorranno intervenire per collaborare ad una crescita senza dover aspettare, come suggerisce Hansjörg, la fine del quadriennio quando probabilmente potrebbe essere veramente troppo tardi.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi