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Pagaia Groenlandese o Tradizionale

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RossoFiorentino:
Mi incuriosisce questa cosa dell’elasticità perché nonostante io usi ormai quasi esclusivamente una pagaia groenlandese non percepisco quanto da voi descritto o comunque non afferro bene la sensazione a cui vi riferite.
Il riferimento al legno e soprattutto alla sua tipologia può essere un indizio interessante, sarebbe curioso conoscere la qualità del legno e il costruttore della pagaia. Spesso ho visto che c’è la tendenza a fare dei lavori ultraleggeri che per quanto sensati da un certo punto di vista non è detto che siano la scelta migliore da una prospettiva completa. Una buona pagaia (groenlandese o meno in questo caso) dovrebbe essere affidabile e la sensazione di fragilità descritta da Marittimo mi fa alzare un sopracciglio, in particolare una pagaia inuit è tecnicamente un mezzo piuttosto “ignorante” nel senso che dovrebbe essere maltrattabile senza troppe paure. Nel caso dell’aleutina poi il “nervo” centrale che scorre lungo la pala dovrebbe aumentarne la rigidezza ma nel caso di Marittimo non sembra aver fatto differenza.
La mia pagaia è autocostruita completamente in Douglas e non rientra nella categoria delle leggerissime; il legno utilizzato è si elastico ma anche molto robusto e con un peso generalmente molto ben distribuito. Non sarà certo una roba da velocità smodate e sicuramente si flette se costretta a farlo ma sul piano della robustezza non ha mai lasciato spazio a dubbi.

marittimo:
Per costruire una pagaia il douglas è sicuramente meglio dell'obeche, del rovere e del compensato marino, ma costa anche molto di più, soprattutto se prendi quello di prima scelta
Quando ho costruito le mie pagaie ho utilizzato degli scarti, quindi a costo praticamente irrisorio

RossoFiorentino:
Buonasera marittimo, hai certamente ragione il costo è diverso ed ho peraltro imprecato non poco per trovare il pezzo giusto che cercavo ad un prezzo onesto.
Per valutare una pagaia dal punto di vista del suo design però sarebbe necessario non lesinare sul materiale, questo non vuol dire che farla con mezzi di scarto e rimasugli sia una cattiva idea, anzi, ma forse così abbiamo risolto il mistero della flessione.
Le pagaie groenlandesi venivano d’altronde fatte con legno arrivato dal mare che se sopravviveva quel maltrattamento era quasi garantito che fosse un legno bello tosto; suppongo che non si siano mai posti il problema di adattarsi alla varietà di materiale di cui disponiamo oggi.

marittimo:

--- Citazione da: RossoFiorentino - Gennaio 19, 2021, 04:02:09 pm ---
.... ma forse così abbiamo risolto il mistero della flessione.


--- Termina citazione ---

I misteri della flessione sono abbastanza semplici da comprendere e da risolvere.
Innanzitutto il legno è flessibile per natura, quindi le pagaie in legno flettono tutte in maniera più o meno accentuata e questo dipende (in linea di massima):
- dal tipo di legno utilizzato (ad esempio il douglas e più rigido dell'obeche);
- dalla stagionatura del legno (cioè dalla sua essicazione);
- da come sono orientate le fibre del legno (aspetto particolarmente delicato se si realizza la pagaia con un unico pezzo di legno massello, mentre è più facile orientare al meglio le fibre se si utilizza un pezzo lamellare);
- dall’eventuale combinazione di più tipi di legno (quindi con diverse caratteristiche, tra cui la flessibilità, a seconda del risultato che si vuole ottenere o anche semplicemente per consumare scarti e rimasugli……);
- dagli spessori che vengono dati (anche per contenere il peso).
Ovviamente dipende anche dalla forza del canoista e da quanta ne impiega nelle sue esigenze (es. velocità sprint, velocità su lungo tragitto, semplice crociera senza velleità corsaiole).

nolby:
Il discorso flessibilità è a mio avviso importantissimo... ed è il motivo per cui "fatico" a capire gli utilizzatori delle pagaie groenlandesi in carbonio ( ma devo dire di averne provate solo per brevi test e non vi ho fatto una gran conoscenza).

Ricordo che quando acquistai la mia Avatak in segheria ve ne erano alcune identiche (stesso disegno e stesse dimensioni) che però erano fatte con alcuni inserti diversi. Ciò che cambiava tra una e l'altra era appunto la flessibilità; io presi la più morbida ed effettivamente in acqua si avverte la flessione che fa, specie quando si tenta di forzare l'andatura sulle estremità.
Prendendo a confronto una  di quelle fatte da un unico legno (curandosi di prenderne una dalla forma simile) in acqua si sente che si comportano in maniera differente.

La stessa cosa la sto notando anche con le pagaie europee, sebbene il confronto non sia così immediato dato che tra quelle che ho vi sono sostanziali differenze nella forma e dimensione della pala.
Comunque le WaveDesign completamente in carbonio, sebbene le abbia scelte col il manico più flessibile che hanno a disposizione, dopo poche ore iniziano a crearmi fastidi a livelli muscolari (collo, trapezio e dita), una Werner di fascia bassa (manico misto vtr e carbonio e pala in nylon) sebbene noto che faccia meno presa in acqua a causa della superficie minore tende a non darmi troppi problemi, così come una Prijon economica in alluminio e plastica.

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