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pagaie Azzali

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Lorenzo Molinari:
Azzali era un mobiliere di Cremona, che a un certo punto iniziò a convertire l’azienda per produrre remi da canottaggio che forniva alle celebri remiere anch’esse di Cremona: Baldesio, sorta nel 1887, e Leonida Bissolati sorta del 1921. Alla produzione di remi affiancò quella di pagaie d’acqua piatta, specialità che veniva praticata dagli atleti di quelle remiere.

La prima pagaia da fiume che produsse Azzali fu invece realizzata sul modello della pagaia dei campioni di Merano fratelli Gerstgrasser, che producevano nella falegnameria del padre, dove oltretutto lavorò anche il giovane Prijon!

Ma la fama e l’impennata nelle vendite di pagaie Azzali si deve al fatto che Azzali forniva le pagaie alla Bissolati, dove si allenava il giovane Oreste Perri, poi vincitore di quattro Campionati del mondo in K1 1.000 e K1 10.000 tra il 1974 e il 1977, proprio con le pagaie Azzali. La leggenda dice che Oreste scegliesse le sue pagaie per le gare da un mazzo numeroso: le testava sprigionando la sua forza esplosiva in partenza, e diverse ne rompeva o le fletteva esageratamente, così da doverle scartare.

Le pagaie Azzali s’imposero nell’agonismo soprattutto in Italia, non solo perché usate da Oreste ma anche perché assai più economiche di quelle estere Liminant e Struer, allora le più usate e di gran pregio, tuttavia diversi atleti della nazionale italiana preferirono continuare a pagaiare con pagaie estere. Nel resto d’Europa fu limitata la diffusione delle pagaie Azzali tra gli atleti di punta. Oltretutto l’impennata nelle vendite costrinse Azzali – a mio parere – a produrre per un certo tempo pagaie di qualità inferiore a quelle prodotte precedentemente, che già faticavano a reggere il confronto con quelle delle marche estere più famose. Azzali si era industrializzato con impianti produttivi dedicati e aveva avviato una produzione su vasta scala.
Un secondo impulso alle vendite lo ottenne con le vittorie ai mondiali di discesa di Previde Massara Marco all’inizio degli anni 1980 e dalla metà degli anni 1980 le pagaie da fiume Azzali erano indubbiamente pregevoli, come il modello di successo Grillon.
ASA Canoe iniziò a vendere pagaie Azzali con il proprio marchio e Tuttocanoa ne vendette a migliaia, soprattutto da turismo.

Ma già all’inizio degli anni 1980 s’iniziarono a produrre pagaie da agonismo interamente in composito, che in breve sostituirono quelle di legno. Nel 1984 Tuttocanoa iniziò a commercializzare la pagaia inglese in composito Freeblades, che allora sembrava una pagaia da marziani e che divenne una delle pagaie più apprezzate in agonismo d’acqua piatta, ma anche in slalom con il campione inglese Richard Fox.
Mentre in acqua bianca s’imposero le pagaie Schlegel.

Ad Azzali rimase per diversi anni il mercato delle pagaie dozzinali da turismo, che fu poi invaso da pagaie in plastica e alluminio ancor più economiche e robuste, costringendo Azzali a convertirsi ai bastoni da hockey.

Tuttavia il mercato delle pagaie in legno è ancora fiorente, seppur di nicchia, per chi sa produrre pagaie di pregio per amatori e appassionati, come è il caso di Avatak di Varese o della francese Alpin Paddle, che producano pagaie da mare, o dell’americana Bending Branches, che produce pagaie di ogni tipo, tanto per fare tre nomi.

…anche a me spiacque la chiusura di Nauticom. Ne è passata di acqua!

Giovanni Fantozzi:
Anche queste http://rivrstyx.com/ sono validissime e customizzate secondo le proprie mani , progettate e costruite dal mitico Jim Snyder.

nolby:
grazie per i cenni storici...

non sapevo si potessero acquistare separatamente pale e manico... e poi per l'assemblaggio?

Giovanni Perozzi:
le pale in fibra le ho sempre assemblate con colla a caldo, rendendole cosi smontabili e/o regolabili nell'angolo, si può utilizzare pure resina ma facendo cosi diventano fisse.

le pale di legno azzali, quelle a mia disposizione, hanno la parte che va all'interno del tubo, il maschio, probabilmente tornito dal manico originale, e la parte centrale è cava; ho provato ad assemblarle al solito modo, ma poi mi sono subito accorto che nell'uso il legno è meno resistente del bordo del tubo in carbonio e stava incominciando a criccare, ho provveduto a rinforzare il maschio mettendoci sopra uno strato di carbonio, ed ho scartavetrato con carta fine, adesso però mi serve un tubo con diametro interno maggiore.

Lorenzo Molinari:
Diverse marche di pagaie vendono le pale separate dai manici, soprattutto quando la scelta è ampia:
- manici di elasticità diversa in base al materiale con cui sono prodotti per essere più o meno rigidi e quindi reattivi ma anche più o meno "dannosi" ai tendini;
- forma della pala;
- superficie della pala;
- possibilità di scegliere sia l'angolazione tra le pale sia la lunghezza della pagaia (sempre che non si opti per un manico divisibile).

L'applicazione delle pale al manico può avvenire con resine oppure con colle a caldo termoplastiche, che consentano eventualmente di sfilare le pale e sostituirle o cambiarne l'angolazione.

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