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Andrea Padrone

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Il reporting degli incidenti
* il: Aprile 28, 2015, 10:57:11 am *
Buongiorno a Tutti,

quando ho discusso in sede d'esame la tesina qui allegata, Francesco Salvato e Michele Ramazza mi hanno detto: "bella, ma a che pro?"

Per rispondere in maniera concreta a quella loro giusta domanda, ho deciso di condividere con voi tale documento, affinché possa essere di dibattito e stimolo alla creazione di un database istituzionale dedicato al reporting degli incidenti sulla stregua di quanto già fatto negli Stati Uniti dall’American Whitewater (www.americanwhitewater.org). Sin dal 1975, infatti, questa organizzazione non profit raccoglie i dati sugli incidenti fluviali, rendendoli disponibili al pubblico. L’inserimento dei report nell’Accidents Database  (https://www.americanwhitewater.org/content/Accident/) può essere fatto da qualsiasi utente e viene quindi vagliato dal comitato per la sicurezza dell’American Whitewater (costituito da professionisti del soccorso fluviale e da maestri di canoa/rafting) prima di essere ufficializzato.

Nel mio elaborato ho elencato i motivi per i quali penso che il reporting degli incidenti sia necessario. Di tutti ritengo che il più importante sia quello di evitare che tali incidenti possano ripetersi e per farlo dobbiamo informare e informarci, condividendo le nostre esperienze e ricordando quanti ci hanno tragicamente lasciati con l’onore che solo la memoria può dare.

Chiaramente per farlo serviranno dei fondi per sviluppare il database e il contributo di tutti noi per alimentarlo; dovrà essere istituita una commissione di esperti per la sicurezza che vagli e verifichi i report. Non sarà banale, ma l’esperienza americana ci dimostra che e’ possibile.

Andrea

Antonio Fierro

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #1 il: Aprile 28, 2015, 12:02:32 pm *
L'idea è ottima soprattutto se è legata anche al rafting e agli incidenti non mortali.
Ovviamente ogni infortunato dovrebbe avere l'accortezza di caricare sul data base la dinamica dell'incidente.
esempio descrizione punti scivolosi, acqua bassa, sassi sporgenti e la dinamica.

matte kk

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #2 il: Aprile 28, 2015, 05:46:27 pm *
L' idea non è affatto sbagliata anzi secondo me potrebbe essere molto utile.
In effetti anche su questo sito vengono quasi sempre (anche senza quasi) riportati gli incidenti che accadono nei tratti fluviali sia in territorio nazionale che estero- sia a compagni italiani che stranieri- ma la differenza sostanziale sta nel fatto che manca poi un' indicizzazione e una catalogazione che permetta di raggrupparli.
Il sito AWA raggruppa incidenti di ogni tipo che accadono in acqua mossa dai canoisti ai rafters- ma anche a gente comune che magari o per malore o per disattenzione si ritrova in pericolo lungo un corso d'acqua e riporta anche gli incidenti non mortali.
Penso comunque che la prerogativa perchè ci sia il report di un incidente nel loro sito sia l' intervento di autorità ufficiali nel soccorso della vittima- infatti se si scorrono i vari verbali si può evidenziare che gli stessi siano stati redatti da autorità competenti e questo secondo me è molto importante perchè oltre che essere un report sterile ed oggettivo sulla dinamica- escluderebbe ogni tipo di congettura sulla mancanza di preparazione- di tecnica o di esperienza che sovente si verifica nei confronti della vittima e del suo gruppo.
L' utilità vera di una catalogazione del genere secondo me comunque non starebbe tanto nel fatto della segnalazione di punti pericolosi lungo i tratti perchè bene o male quelli li conosciamo quasi tutti su quasi tutti i fiumi nostrani e in ogni caso sappiamo che il letto di un fiume può tranquillamente cambiare a causa di una piena e non solo.
La sua grande utilità la ricercherei piuttosto nella possibilità di tirar fuori una statistica che andrebbe a evidenziare quali sono in linea generale i tratti più a rischio in cui esperti e principianti possano cimentarsi e che dipendono secondo me da vari fattori es: frequentazione media- capacità media nel tratto frequentato- dinamica media dell' incidente.
Concludo solo dicendo di aver letto la tua tesina Andrea e di averla trovata molto bella ed esauriente e la proposta che hai fatto non è affatto sbagliata anche se temo comunque che per essere messa in atto necessiti di non poco lavoro e non poco tempo per la sua realizzazione.
Cheers.
Matte.

Gengis

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #3 il: Aprile 29, 2015, 08:38:15 am *
Ciao a Tutti ,
da una prima veloce lettura mi sembra un buon lavoro e condivido la necessita  di tenere un data base di tutti gli incidenti , mi meraviglia che Formatori di tale livello  escano con "bella, ma a che pro ?" sicuramente il loro sarà stato un discorso più complesso
poichè " a che pro?) è lampante "Evitare che l’incidente possa ripetersi"
se la canoa/ kayak si è evoluta/migliorata  e stata proprio la voglia di evitare il ripetersi di incidenti pericolosi e anche mortali, io ho visto nascere la prima imbracatura sul salvagente fatta da Guido Faini , le prime corde da lancio fatte da Roberto Polizzy e da Vittorio Pongolini , personalmente mi sono battuto a lungo per la maggiorazione dei pozzetti con la Moldresin ,la Fanver, e Francesconi e per evitare il ripetesi degli incidenti caro Andrea  sono a chiederti di portare avanti il tuo progetto , gli aiuti non mancheranno , ne sono  sicuro .
Gengis

vick

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #4 il: Aprile 29, 2015, 09:55:52 am *
Ciao a tutti e ciao Andrea. Non scrivo mai su cki però,
Ho letto la tua tesina e la trovo molto utile ed interessante. A parere mio non solo bisognerebbe avere un data base degli incidenti più gravi, ma anche incidenti banali, o ancora più utile gli scampati incidenti. Spesso si navigano rapide etc.. e se non succede niente, si pensa la rapida è fattibile, ma non possiamo sapere quanto vicino all'incidente siamo andati. Ora per fare queste considerazioni bisognerebbe mettere da una parte orgoglio ed essere il più onesti possibili. La difficoltà, spesso può essere un'errata valutazione, se un canoista non è in grado di valutare alcune cose, per non conoscenza sarà difficile poi che il suo report sia veritiero.
Ciò non toglie che tutto fa brodo. Io personalmente sono abbastanza sensibile perché sono vivo per un racconto di un mio amico.
Una volta ero in Monte Bianco e dovevo calarmi, facendo un'ancoraggio sul ghiaccio. Un mio amico anni  fa mi raccontò di un suo scampato incidente. Una volta fatto l'ancoraggio non mi piaceva così tanto e decisi come fece il mio amico di mettere un friend come back up. Il prima di calata si calò sull'ancoraggio, quando fu il mio turno a metà calata l'ancoraggio saltò e io mi ritrovai appeso al friend. Se il mio amico non mi avesse raccontato questa sua esperienza, io sarei saltato giù.

In fiume stessa cosa, molti sono gli incidenti, le distrazioni gli errori, tutto utile, l'esperienze degli altri, rendono me un canoista migliore. Quindi auguro che questo progetto possa trovare porte aperte. Perché di canoisti che girano con moschettoni sulle spalline ce ne sono molti, ed a ottobre c'è quasi scappato il morto, canoisti che hanno il coltello nelle tasche pure. Insomma sapere le dinamiche di incidenti e dei quasi incidenti può far almeno riflettere. In bocca al lupo, gran bel lavoro ora, quando comunicherai dove poter scrivere gli incidenti, io ne ho alcuni da poter condividere. Bravo e grazie per il tuo lavoro, mi piacerebbe condividere il tuo lavoro anche su altri canali. Ma vorrei che lo facessi tu visto che hai fatto proprio un bel lavoro.

Andrea Padrone

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #5 il: Aprile 29, 2015, 11:01:25 am *
Ciao Gengis,

mi scuso con tutti se sono stato poco chiaro e se posso aver indotto alcuni a pensare che Francesco e Michele abbiano ritenuto non utile un database per la raccolta dei report sugli incidenti. Anzi, proprio perché appoggiavano questa mia idea, mi hanno fatto capire che questa sarebbe rimasta una semplice dissertazione, se non l'avessi condivisa e tramutata in un progetto concreto. Avevano certamente ragione.

Andrea


Andrea Gangemi

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #6 il: Aprile 29, 2015, 01:09:12 pm *
Ciao Andrea,

Ho dato una lettura veloce alla tua tesina e anche a me è piaciuta molto.
Purtroppo il recente incidente sul Melezzo e le successive discussioni che ne sono emerse  trovano riscontro nel tuo lavoro.
Mi riferisco alla percezione dei canoisti come scriteriati e al fatto che l'occorrenza di incidenti dovuti a sifoni è maggiore nei canoisti esperti.

Il database del AWS è molto ben fatto e copre anche incidenti fuori dagli USA, mi è stato fatto notare che è riportato un incidente (fortunatamente non mortale) avvenuto sul Vara pochi mesi fa.
Purtroppo è solo in inglese e quindi non fruibile alla maggiorparte dei canoisti italiani, perciò (lancio la proposta/bomba)

Perchè non creare su CKFiumi un database ispirato a quello dell'AWS?

Daniela non spararmi!
Andrea Gangemi
www.alpikayak.it
Canoa Senza Frontiere - Torino

Andrea Gangemi

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #7 il: Aprile 30, 2015, 01:07:43 pm *
Solo per puntualizzare:
quando parlo di successive discussioni non mi riferisco a CKFiumi ma ad un gruppo su Facebook dove sono partiti dei tipici discorsi 'da bar' assolutamente inconcludenti.
Andrea Gangemi
www.alpikayak.it
Canoa Senza Frontiere - Torino

Dani Ckfiumi

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #8 il: Aprile 30, 2015, 10:47:16 pm *
Perchè non creare su CKFiumi un database ispirato a quello dell'AWS?

grazie della considerazione Gange,
ma credo di avere già dato abbastanza alla causa.
Ora mi tocca lavorare per vivere.

Posso xò mettere a disposizione chiamate API ai tratti dei fiumi.


Spazio alle nuove leve quindi. Buon lavoro
e un gran in bocca al lupo per la raccolta fondi.
(consiglio:
non partite fin che non avete chiaro questo step,
la passione prima o poi passa,
le spese invece no .... )




Daniela non spararmi!

figurati Gange, non lo farei mai  ..... 
..........................
giusto perchè sei troppo fuori portata  ...  ::)
What if you knew everything you did online was being watched, followed, stored and sorted by sophisticated algorithms that were profiling you in real-time. Would it change how you behave? ..
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Andrea Padrone

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #9 il: Settembre 25, 2015, 06:44:46 pm *
Ciao a Tutti,

Mi scuso per il lungo silenzio. Sono stati mesi lavorativi molto intensi e non ho avuto modo di dedicarmi a questo progetto.

Ho creato un semplice database in access (sulla base di quello dell'American Whitewater) nel quale i volenterosi potranno inserire gli incidenti di cui sono a conoscenza (prego costoro di inviarmi un'email all'indirizzo andreapadrone@gmail.com in modo da poter accedere alla cartella di google drive nella quale risiede). Chiaramente, avendo creato il database, offrirò tutto il supporto di cui sarò capace viste le mie modeste conoscenze di questo software (a proposito, se qualcuno di voi fosse cintura nera decimo dan di access, me lo faccia sapere che gli chiedo due dritte).

Quando il database sarà stato rodato e avremo una buona base dati (che sarà ovviamente sottoposta al giudizio di esperti in soccorso fluviale), rifletteremo su come gestirlo e renderlo accessibile online.

Cari saluti,
Andrea

matte kk

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #10 il: Settembre 26, 2015, 10:56:58 pm *
Ciao- io per mia gran fortuna non mi sono mai ritrovato in una situazione di incidente fluviale e quindi non ti posso proprio aiutare però invito tutti coloro che possano pensare di sentirsi di raccontare la propria esperienza di mandarti un piccolo report. Dato che ti sei adoperato per fare un database -  tanto vale provare a farlo funzionare e vedere come va.
Ciò su cui comunque sarei veramente intransigente è la questione dell oggettività nella descrizione dei fatti che sovente viene a mancare in queste circostanze come giustamente ha fatto notare Gange  qualche post fa.
In ogni caso buona fortuna con il tuo progetto.
Cheers.
Matte. ;)

Antonio Piro

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Re:Il reporting degli incidenti
* Risposta #11 il: Ottobre 10, 2015, 10:27:14 am *
* Ultima modifica: Ottobre 10, 2015, 10:51:54 am da Antonio Piro *
Ciao a tutti.
Nei fine anni 90, periodo in cui ho cominciato ad occuparmi professionalmente di soccorso fluviale, sono stato partecipe di un soccorso tecnicamente complesso, di cui scrissi un articolo su "Pagaiando" (vedi allegato). Dalla bibliografia di settore USA (primo fra tutti la bibbia di Slim Ray "Swiftwater Rescue") mi resi conto dell'importanza di fare dei rapporti dell'incidente e di raccoglierli in una banca dati.
Ho provato a comunicare questa esigenza a chi opera in fiume sia sportivo che professionale, ma ho trovato un muro di indifferenza, e qui ci vorrebbe un sociologo per capire perchè nel sud europa siamo così disinteressati alle tematiche di soccorso.
Ne ho dedotto che: o la cosa si realizza a livello europeo con una specie di obbligo a inserire i dati da parte delle istituzioni nazionali, o non se ne viene fuori.
In questi anni i dati di incidenti soprattutto europei li ho comunque ho raccolti immagazzinandoli in quella poca memoria che ancora mi rimane (so vecio!). E ai corsi di tecniche di soccorso fluviale e alluvionale VVF (sono istruttore e coordinatore dei corsi nel veneto), li tiro fuori come esempi e casi didattici, producendo spesso negli allievi la classica "mano nelle palle". Mi prendono un pò in giro per questo, ma credo che informare portare esempi e statistiche sia una parte fondamentale per formare gli operatori del soccorso.
Antonio Piro
La canoa è solo un modo elegante per fare dei buchi nell'acqua.