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marco iezzi

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* Risposta #60 il: Gennaio 26, 2015, 05:33:53 pm *
Nelle isole hyeres in Francia a Cadaques in Spagna e mi risulta anche in Corsica, nelle aree di riserva integrale avviene proprio questo, divieto di pesca, campeggio, ormeggio sotto costa e tanto buon senso
Nelle insenature, almeno a Cadaques, vengono messe delle corde e boe per impedire ai natanti di entrare e permettere loro di ormeggiare senza l'ausilio dell'ancora, che come sappiamo, crea danni considerevoli al fondale
La fauna acquatica come è noto, se non insidiata, non ne risente assolutamente della presenza umana

Marco

Paola Bruni

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* Risposta #61 il: Gennaio 26, 2015, 07:47:43 pm *
Buonasera a voi,
stiamo organizzando gli interventi per l'incontro pubblico di domani pomeriggio e vi chiediamo se possiamo riportare i vostri pareri in modo da dar voce anche a voi. Possibilmente diteci chi di voi è d'accordo. Per il resto vi terremo aggiornati e ci sentiamo presto. Grazie dei vostri contributi preziosi.  :) Saluti a tutti e tutte
Paola
Paola Bruni
Presidente 2014 kda, socia Gruppo Kayak Liburnia
"Il kayak come mezzo per entrare in contatto con la natura e con se stessi"

francesca gastaldi

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* Risposta #62 il: Gennaio 26, 2015, 08:22:12 pm *
Sono d'accordo.

francesca gastaldi
Francesca Gastaldi

Valentino Romano

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* Risposta #63 il: Gennaio 26, 2015, 09:28:49 pm *
Attenzione! Quella di Duino NON è una "Area Marina Protetta" (le A.M.P. vengono istituite ai sensi delle leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991 e prevedono tre zone: A di riserva integrale - B di riserva generale - C di riserva parziale). Il fatto che il regolamento della "Riserva Naturale Regionale Falesie di Duino" preveda anch'esso zona A - B - C può ingenerare confusione, anche perché definisce come "C" una zona di riserva pressoché integrale, riservata ad attività didattiche.
Per quanto riguarda la tua osservazione "perché il kayak vi potrà transitare ma non il pattino, il pedalò o una qualunque barca a remi?" ovviamente la richiesta è il libero accesso a tutti i natanti a propulsione umana. Quindi ben venga il pedalò e lasciamo perdere il "nobile canoista con provato curriculum".
Mi risulta che ci siano forti pressioni dalla Comunità Europea nei confronti del Ministero dell'Ambiente affinché l'Italia si adegui alle norme che in altri paesi non solo consentono ma addirittura promuovono la fruizione delle Aree Marine Protette con mezzi rispettosi dell'ambiente.
Un saluto,
Valentino Romano
Gruppo Canoe Roma

Mi par di capire che si voglia creare una zona che non sia né A, né B e né C, ma che sarà individuata con un'altra lettera, dato che le zone A, B, e C hanno una loro definizione e regolamentazione ben precisa.
Il voler far transitare da una zona solo canoisti e nuotatori significa costituire una nuova zona diversa da quelle già previste.
Tale nuova zona mi auguro che non porti al declassamento di alcuna delle zone A già esistenti in Italia, come invece mi pare vorrebbero alcuni dei canoisti che partecipano a questo forum.

Ma se mai fosse costituita una zona per canoisti e nuotatori, perché il kayak vi potrà transitare ma non il pattino, il pedalò o una qualunque barca a remi?
Anche questi mezzi non inquinano e sono silenziosi e colui che rema può essere più civile ed ecologo del canoista, che oltretutto potrebbe essere un canoista improvvisato, che ha preso la canoa a nolo nello stabilimento balneare della più vicina spiaggia. O l’accesso sarà solo consentito al nobile canoista con provato curriculum?

Valentino Romano

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* Risposta #64 il: Gennaio 26, 2015, 09:33:48 pm *
Ciao Paola,
potete tranquillamente riportare tutto quello che abbiamo espresso nel forum.
Che la forza sia con voi,  :)
in bocca al lupo e teneteci informati.
Valentino Romano
Gruppo Canoe Roma

Buonasera a voi,
stiamo organizzando gli interventi per l'incontro pubblico di domani pomeriggio e vi chiediamo se possiamo riportare i vostri pareri in modo da dar voce anche a voi. Possibilmente diteci chi di voi è d'accordo. Per il resto vi terremo aggiornati e ci sentiamo presto. Grazie dei vostri contributi preziosi.  :) Saluti a tutti e tutte
Paola

Paola Bruni

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* Risposta #65 il: Gennaio 26, 2015, 11:16:27 pm *
Grazie Valentino,
"Viva" il lupo  ;) e vi facciamo sapere.
La raccolta firme va comunque ancora avanti, ora tra quelle online e quelle su cartaceo siamo a quasi 650. 
A presto, saluti
Paola
Paola Bruni
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ClaudioCastellanoTS

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* Risposta #66 il: Gennaio 27, 2015, 04:48:02 am *
* Ultima modifica: Gennaio 27, 2015, 05:07:05 am da ClaudioCastellanoTS *
[Ho fatto una citazione, ma poi non c'è una finestra in cui inserire il mio testo che sembra anch'esso citazione... e non mi lascia eliminare, per cui cancello la citazione]

Francesca ha scritto <Il regolamento, così come è riportato, non parla di distanze dalla riva, nè tantomeno di 60 metri, ma di zone e regolazione di accesso in base ad esse... >

Rettifico: Sono andato a rileggere la proposta di Regolamento ed effettivamente non parla di 60 m né di 500 m, nemmeno nella cartografia allegata cui fa riferimento.
Evidentemente sono dati tramandati oralmente e riportati dal quotidiano locale Il Piccolo.
Probabilmente si riservano di definire in seguito le distanze...
Quella che è stata chiamata la "giovane biologa" ha scritto che la zona B comincia a 10 – 15 m dalla costa.
Forse devono ancora chiarirsi tra esperti addetti ai lavori, e scrivere in modo più chiaro...

Ha scritto anche che "voi alla zona B potete accedere chiedendo all'ingresso del parco i permessi".
E anche la faccenda dell'avvicinarsi "con rotta perpendicolare alla costa" non è scritta chiara  perché a voce ci hanno detto che possiamo pagaiare lungocosta senza permessi e senza pagare.  Mah

gianfrancesco costantini

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* Risposta #67 il: Gennaio 27, 2015, 07:56:13 am *
Ho l'impressione che ci siano diversi rischi: a) consentire l'accesso vuol dire nei fatti consentirlo a tutti (a meno che non si stabilisca un "numero chiuso", che comporta sia una complicazione burocratica - almeno minima, come nel Parco della Maddalena che prevede permessi on-line - e costi di gestione alti - se c'è un numero di ammessi deve essere verificato se chi è nell'area a ingresso limitato è effettivamente in regola); b) consentire l'accesso ad alcuni comporta sia rischi relativi alle risorse ambientali (comunque si tratta di presenze "estranee"), sia problemi riguardanti "chi" entra (kayak sì e canoe no? natanti sì, imbarcazioni no? remi sì, vela no? motori elettrici sì o no?) con scelte piuttosto arbitrarie (perché un kayak - o un gruppo di kayak - disturberebbe meno di una barca a vela, che è altrettanto silenziosa, tende a restare a una maggiore distanza da terra per ragioni connesse al pescaggio e per di più in genere "è da sola", visto che l'uso di navigare in gruppo è meno diffuso tra i velisti che tra i canoisti?); c) rischia di comportare un eccesso di legiferazione e di normazione (un "uso esclusivo" richiede una norma semplice, una pluralità di usi e la costruzione di molte categorie di "territorio" comporta più norme, e anche più rischi connessi alla loro interpretazione); d) il "buon senso" forse vale in Francia, in Italia certamente no (è sotto la guida del buon senso che i cittadini italiani disperdono i loro rifiuti in mare, sulle coste o in montagna, magari dichiarando "un mozzicone di sigaretta che differenza fa, manco si vede...". Non conosco l'area, ma la decisione sull'apertura/chiusura dovrebbe essere essenzialmente basata sulla possibilità di recuperare la "naturalità", vale a dire su una valutazione tecnica, non di opinione. La vera questione è restituire alle valutazioni tecniche/scientifiche il loro spazio (a volte occupato da forme di pseudo-democrazia) e a quelle di opinione il loro (spesso occupato da una pseudo-tecnicità).

marco ferrario (eko)

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* Risposta #68 il: Gennaio 27, 2015, 08:28:39 am *
Evidentemente il documento proposto come Regolamento è ancora una bozza o poco più, e questo è un bene perchè significa che veramente può essere migliorato.


Come avete fatto notare, ci sono alcuni punti poco chiari, come ad esempio la navigazione perpendicolare alla costa in zona B, che si potrebbe intendere anche solo per i mezzi motorizzati ma in effetti da come è scritta si potrebbe anche interpretare per tutti, perciò va chiarita meglio.


Per quanto concerne invece la distanze massima dalla costa delle delimitate aree A-B-C il documento fa riferimento a una cartografia allegata, che però nelle dieci pagine del documento non è allegata, forse proprio perché ancora in fase di studio.
Circola invece una cartografia, non allegata, che poi è quella che Claudio ha riportato sul topic, cartografia peraltro priva di scala.
Comunque, se misuriamo confrontando distanze conosciute, si può constatare che le zone A e C terminano, nel punto più vicino alla costa, a circa 60 metri da essa e nei punti dove la costa rientra, questa distanza raddoppia o anche più.
Mentre, sempre misurando sulle mappe allegate da Claudio, la linea inerente la zona B è posta a 500 metri di distanza dal punto di costa più vicino, perciò alcune decine di metri in più nei punti di rientranza della costa.

MaurizioGuidaFICT

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* Risposta #69 il: Gennaio 27, 2015, 10:14:55 am *
Io la motivazione l'ho scritta direttamente sul sito che raccoglie la petizione...

Paola Bruni

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* Risposta #70 il: Gennaio 27, 2015, 01:17:26 pm *
* Ultima modifica: Gennaio 27, 2015, 01:25:19 pm da Paola Bruni *
Citazione
Mi risulta che ci siano forti pressioni dalla Comunità Europea nei confronti del Ministero dell'Ambiente affinché l'Italia si adegui alle norme che in altri paesi non solo consentono ma addirittura promuovono la fruizione delle Aree Marine Protette con mezzi rispettosi dell'ambiente.

Ciao Valentino Romano e ciao a tutti,
potresti darci cortesemente qualche indicazione in piu in merito a quanto hai appena citato? Credo sia molto interessante, sia per la nostra piccola battaglia in costiera triestina, sia a livello conoscitivo personale, sia perchè l'Associazione Kayak d'amare persegue, per statuto, questi princìpi di integrazione dei natanti a propulsione umana nella natura.

Grazie e stasera vi faremo sapere come sarà andato l'incontro pubblico.
Buona giornata
Paola

p.s. oggi articoli sul giornale locale...se riesco ve li allego
Paola Bruni
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Valentino Romano

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* Risposta #71 il: Gennaio 27, 2015, 03:29:08 pm *
Ciao Paola,
me ne aveva occasionalmente parlato tempo fa una persona che ricopre un ruolo istituzionale nell'ambito della gestione delle Aree Marine e che proverò a ricontattare per avere qualche riferimento più preciso.
La sua affermazione trova comunque riscontro, per esempio, nel Regolamento dell'AMP delle Cinque Terre (D.M. 189 del 20/07/2011, che allego) - una di quelle di più recente istituzione -  che all'Art. 5 - Attività consentite indica per la Zona A di Riserva Integrale, tra le altre cose:
...
d) la balneazione, disciplinata dal soggetto gestore in base ad un regime di turnazione e contingentamento definito sulla base del monitoraggio dell'area marina protetta, con accesso da terra e da mare, esclusivamente a nuoto o con natanti condotti a remi, senza l'impiego di pinne, calzature e guanti;
e) le visite guidate subacquee, autorizzate dal soggetto gestore, anche sulla base del monitoraggio periodico degli impatti sui fondali, con un numero di visitatori per ogni guida/istruttore non superiore a 4, ai centri d'immersione aventi sede legale nei Comuni ricadenti nell'area marina protetta alla data di
entrata in vigore del presente regolamento;
f) la navigazione autorizzata dal soggetto gestore, ai natanti a remi, a pedali, a vela o con propulsore elettrico, a velocità' non superiore a 5 nodi;

Un saluto,
Valentino

Lorenzo Molinari

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* Risposta #72 il: Gennaio 27, 2015, 04:32:22 pm *
D'accordo con la richiesta di Paola

marco ferrario (eko)

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* Risposta #73 il: Gennaio 27, 2015, 08:41:24 pm *
* Ultima modifica: Gennaio 27, 2015, 08:47:04 pm da marco ferrario (eko) *
Amo troppo il dibattito democratico e per arricchirlo ritengo sia molto importante conoscere anche le motivazioni della LIPU, WWF FVG, LAV, LAC, Legambiente Circolo Verdeazzurro, Legambiente circolo di Monfalcone, l’Associazione Studi Ornitologici e Ricerche Ecologiche del Friuli Venezia Giulia – Astore Fvg e l’Assocazione Sportiva e Culturale Canoa Kayak Friuli – CKF

Ecco il loro comunicato che è stato inviato alla stampa locale questa mattina.
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In merito alla protesta che si sta diffondendo tra la popolazione del Comune di Duino Aurisina, il web, e all’interno di associazioni sportive che frequentano l’area a mare della Riserva, si vuole spiegare e approfondire alcuni aspetti del Regolamento, al fine di sottolineare l’importanza di tale strumento e di diffondere le motivazioni scientifiche ed etiche, che ne sanciscono i principi.
Il regolamento in questione prevede, tra le altre norme spesso comuni alle altre Riserve naturali (regionali, nazionali ed europee), il divieto di accesso e navigazione a qualunque mezzo a motore e non, (anche a propulsione manuale, vedi kayak, canoe, compresi nuotatori), in una fascia ampia 60 metri dalla linea di costa per la lunghezza di circa 1,8 kilometri (fascia “A”), e una fascia “B” esterna di ulteriori 440 metri in cui la navigazione viene regolamentata e molto limitata essendo le autorizzazioni concesse direttamente dall’Organo Gestore della Riserva (Comune di Duino Aurisina) ed imponendo una ridotta velocità e una navigazione perpendicolare alla costa, al fine di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente marino e costiero.
Si ritiene che quanto detto sopra possa andare a vantaggio di chi pratica il nuoto e la canoa nella fascia “B” in quanto avranno a disposizione uno specchio d’acqua con un traffico ridotto di mezzi a motore obbligati a navigare a bassa velocità.
A questo va aggiunto che è già in vigore un’ordinanza del 2014 della Capitaneria di Porto di Trieste che sancisce lo stesso divieto di accesso per una fascia di 30 metri dalla linea di costa (divieto nemmeno citato nel testo della petizione proposta alla cittadinanza dal Comitato contrario all’approvazione del Regolamento!); si ritiene pertanto che estendere tale divieto di ulteriori 30 metri non rappresenti un cambiamento radicale per canoisti e nuotatori, specie se il fine ultimo è la conservazione della Natura e favorire l’insediamento di nuove specie di uccelli nidificanti.
Il provvedimento, infatti, nasce con un obiettivo ben preciso e motivato: la tutela di un habitat unico in Regione nonché raro sulla sponda italiana dell’Adriatico.
La zona delle falesie rappresenta infatti un ecosistema nel quale, oltre a specie di risaputo pregio quali il falco pellegrino e il passero solitario, ci sono le condizioni ecologiche adatte alla nidificazione di ulteriori specie tutelate da apposite normative europee quali il marangone dal ciuffo (che in Italia nidifica solo in Sardegna in ambienti simili), l’edredone (che in Mediterraneo nidifica solo nella vicina Riserva della Foce dell’Isonzo, in quanto trattasi di specie diffusa abitualmente nel Nord Europa) e la volpoca (il cui insediamento e nidificazione su costa rocciosa sarebbe di elevato interesse in quanto unico caso in Italia continentale, cosa che invece avviene nel resto del suo areale anche in habitat simili alla Riserva, dal Nord Europa al Mediterraneo). Tali specie, nei territori riproduttivi, sono tutte caratterizzate da un’elevata distanza di fuga e una bassa confidenza all’uomo, pertanto si sottolinea come anche la “sola” presenza umana, a bordo di mezzi ecocompatibili e non, sia fonte di inequivocabile sebbene involontario disturbo che spesso provoca l’abbandono dei nidi.
Oltre a queste, altre specie animali protette migrano e svernano nell’area frequentando soprattutto la zona marina della Riserva (molte specie anche rare di svassi, strolaghe e smerghi minori). Altre ancora vi transitano e cacciano (come ad esempio due specie di delfini, la tartaruga marina e molte specie di pesci). L’istituzione di una zona di riserva integrale in cui il disturbo antropico sia ridotto a zero, è la condizione necessaria (anche se non sempre sufficiente) affinché le specie animali più diffidenti verso l’uomo trovino l’ambiente adatto per viverci.
Pur comprendendo parzialmente le ragioni della protesta, riteniamo che un provvedimento lungamente atteso, per quanto spiegato sopra, possa portare ulteriori benefici ad un’area unica dal punto di vista naturalistico, come già avviene in numerose riserve geomorfologicamente simili, in Italia come in Europa.
Non dimentichiamo che tali benefici sarebbero anche di natura economica: il turismo naturalistico, infatti, a differenza del turismo tradizionale, negli ultimi anni risulta essere in crescita costante (rapporto ISTAT 2013) e solo un territorio che sappia offrire tra i suoi punti di interesse un’elevata biodiversità e un ambiente naturale tutelato e valorizzato potrà godere di tali ricadute economiche.
Una volta di più va sottolineato come la già scarsa ampiezza della Riserva (la zona marina ha soltanto 50 ettari) nonché la sua posizione (racchiusa com’è fra il porticciolo, il castello e la spiaggia privata di Duino –fuori Riserva!, e una zona ad alto impatto antropico quale la Baia di Sistiana con i recenti comprensori edilizi di Portopiccolo) rendano necessario tutelarla maggiormente, con interventi che mirino:
• alla conservazione delle specie animali presenti
• a favorire l’insediamento di ulteriori specie oggi allontanate da una fruizione dell’area troppo intensa e soprattutto sregolata
• ad ovviare all’elevata pressione antropica sull’Area Naturale Protetta, derivata dalla grande popolarità degli sport nautici e dell’attività da diporto nel Golfo di Trieste.
La Legge Regionale n. 42 del 1996, in recepimento di Leggi Nazionali e delle Direttive Europee in materia di protezione degli habitat e degli uccelli, attribuisce alle Riserve Naturali Regionali una finalità di conservazione prevalente rispetto a sviluppo sociale e fruizione umana dell’area, proprio per la loro limitata estensione e concentrato valore naturalistico, valore che rischia di essere degradato e compromesso da un utilizzo antropico troppo intenso.
Detto ciò, se non si prendono dei provvedimenti a favore della conservazione della Natura all’interno di una Riserva Naturale, dove allora si potrà mai farlo?
Auspichiamo pertanto un’approvazione del Regolamento da parte del Comune di Duino Aurisina.



Riccardo Pittia

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Re:FIRMA ANCHE TU
* Risposta #74 il: Gennaio 28, 2015, 10:37:45 am *
Perchè tutto questo polverone per ostacolare una riserva marina e per altri interventi fatti in zona molto più invasivi e contro natura si è fatto poco o niente? Molto probabilmente perchè sotto sotto qualcos'altro c'è, ed i kayak, che sono solo una piccola parte del problema, vengono strumentalizzati.
Io concordo con il dare la possibilità alle imbarcazioni come le nostre ad accedere all'interno delle aree protette perchè il problema non è il kayak ma la persona che ci sta sopra. Lo sanno anche i bambini che per non disturbare le specie animali non ci si deve avvicinare ne si dovrebbe fare rumore altrimenti queste scappano, quanti lo farebbero per un tratto lungo 1800 metri? Praticamente nessuno, ne sono convinto visto che la zona la conosco molto bene e conosco altrettanto bene come viene vissuta.
Poi, volevo sottolineare che la riserva è istituita a difesa dell' habitat dei volatili che vivono e nidificano sulle falesie e non per le specie marine che comunque sono prese in considerazione in quanto potrebbero venir difese a loro volta. questo spiega i soli 60 metri di distanza da tenere e spiega anche che verranno bloccate le attività di arrampicata e di camminata sul territorio roccioso soprastante il mare.
Per finire, voglio affrontare la cosa che mi altera di più ma che nessuno dei promotori dice, ovvero cosa chiede la petizione. Se si va sul sito on line, si legge solo che si chiede l'abolizione della possibilità di transito nella zona dei 60 metri, il che, come ho detto all'inizio, potrebbe anche essere una bella cosa ed essere adeguata ad altre riserve e paesi europei (ma hai noi qui siamo in Italia e si sa come funzionano certe cose). La petizione cartacea invece, quella a cui si fa riferimento pochi post qui sopra, chiede, oltre a questa abolizione, anche quella di divieto di transito ai mezzi a motore nei rimanenti 440 metri! Quindi io chiedo a qualsiasi canoista, ma secondo voi è meglio avere 440 metri praticamente liberi da barche a motore nei quali possiamo fare quello che vogliamo o lasciare libero transito ai motoscafi e quant'altro? io non ho dubbi e sono decisamente a favore della riserva.
Rik
...ed il cielo come limite...