Autore Letto 2857 volte

laura dinale

  • ***
  • Md Member
  • Post: 18
ATTRAZIONE FLUVIALE
* il: Dicembre 12, 2011, 10:18:15 pm *
Avete letto "Attrazione fluviale" di Angelo Vergani?

Dal momento che, per motivi personali, non ho potuto presentarlo di persona in Sesia ai primi di giugno, vi invio la prefazione che avevo preparato dopo aver letto il libro in anteprima e che Angelo mi aveva chiesto.

Se vi incuriosisce, potrebbe essere un libro da regalare e/o regalarvi per Natale.

Attrazione fluviale

Chi vive l’avventura non vuole essere solo. Dentro di sé sente l’urgenza di raccontare non soltanto per condividere con gli altri l’esperienza, ma soprattutto per meditare, elaborare e  assaporare il vissuto: l’avventura è la sintesi, il racconto è l’analisi del viaggio.

Ai canoisti succede così, succede così a tutti coloro che vivono esperienza di sport estremo ed esperienze estreme. L’esperienza estrema - e per estrema non si intende l’eccessiva pericolosità -  ha la caratteristica di abbacinare: dà emozioni talmente intense che non è possibile soffermarsi a riflettere. Si vive l’esperienza senza la mediazione dell’analisi, senza la ricerca delle cause. Emerge solo successivamente il desiderio di circoscrivere il tutto nella memoria e di recuperarlo per analizzarlo, condividendolo con altri per avere conferma del proprio vissuto. Solo allora diventa veramente esperito.

A costituire il tessuto di Attrazione fluviale è il ricordo di dieci viaggi compiuti in kayak e in canoa canadese nei fiumi del mondo  da Angelo Vergani, a cui si accompagnano numerosi altri personaggi: Lilli Di Francesco, il figlio Gian Luca, Paolo De Amicis (Bradipo), Paolo Cignozzi (Pino), Vittorio Pongolini, Luca Pedroni, Mario Viola, Luca Zucchetti, Francesco Ciappini, Paolo Varisco, Matteo Fusetti  e Franco Vanetti.

Vergani fa esperienza del mondo intorno a sé soprattutto con gli occhi. Nella memoria – prevale la memoria fotografica – si stampano immagini, colori, linee dritte o sinuose, paesaggi.
C’è una netta prevalenza di luoghi. Il luogo domina sull’uomo ed è sempre uno spazio naturale dove la presenza umana è avvertita come coesa all’ambiente. Anche quando dopo uno sbarco Vergani e i suoi si ritrovano in una miniera di cromo (altissimamente inquinante), la vita dei minatori e l’immediata empatia che si crea tra il canoista e il minatore non stride con la natura. Il mondo di Vergani è questo: c’è l’integrazione completa tra uomo e natura perché la vita in un fiume porta a liberarsi dal giudizio e ad aprirsi alla scoperta e alla vera conoscenza.
I luoghi non sono un semplice sfondo, ma non diventano neppure specchio dell’animo, non sono simbolici o sentimentali. Sono quello che sono: diversissimi l’uno dall’altro e caratterizzati – proprio tramite la descrizione minuziosa – nella loro peculiarità. Diventano luoghi-personaggio.
Vergani non vede onniscientemente il paesaggio dall’alto, ma lo esperimenta e lo conosce in modo dinamico immergendosi in esso e scoprendo, pagaiata dopo pagaiata, colori e immagini nuove. Vergani e i suoi compagni diventano parte del paesaggio: anch’essi un dettaglio che completa l’insieme di immagini che lo rende unico.

I dieci racconti non hanno una successione cronologica, ma vengono presentati in ordine sparso, perchè riemergono dalla memoria. Seguono il flusso del ricordo, tortuoso, sinuoso, come un fiume che tra gli ostacoli trova la via più semplice ed efficace.
Il tempo è scandito dalle giornate di fiume. Il momento dominante è quello della discesa, vero centro nodale del racconto, ma in realtà l’avvicinamento al fiume - il prima - e il successivo allontanamento da esso – il dopo – sono altrettante fonti d’avventura.
Il ritmo, cadenzato dal tempo necessario per raggiungere il fiume, percorrerlo, uscirne e preparare la discesa del giorno dopo, è lento, sospeso dalle innumerevoli descrizioni, talvolta rallentato o accelerato da un evento insolito, un accidente, un incontro. Non c’è mai concitazione, neppure nei momenti drammatici, perché il tempo del racconto nel libro di Vergani si adegua al tempo della natura.

Vergani è autore, narratore onnisciente e protagonista (è auctor e agens nello stesso tempo), ma è un personaggio che non brilla di luce propria: riceve luce dall’ambiente che lo circonda.
E’ curioso nella vista, entusiasta della discesa e del viaggio, divertito dalla situazione insolita. E’ generoso con i compagni e assetato di avventura. Risolve con intelligenti intuizioni situazioni ingarbugliate, ma nello stesso tempo si svela preoccupato, timoroso, angosciato.
E’ un narratore sincero: non altera fatti o circostanze per coronarsi di una luce di conquista o di compiacimento: ironicamente scherza sulle sue ansie, non teme di svelare di aver avuto paura di morire, ha la fobia degli orsi, non sa cosa ci sia dietro un’ansa e teme che il fiume lo sovrasti: ma gli si allarga il cuore quando incontra una vecchia cieca e legge in lei una sapienza antica, quando vede gli occhi brillanti di un bambino, quando si ubriaca con la gente del posto o quando partecipa entusiasta alla festa di un matrimonio.
Quando osserva la povertà e la semplicità di tanta gente, percepisce la distanza tra sé – il proprio mondo – e gli altri e si rivela grato di poter godere della bellezza del loro ambiente anche solo per un po’. Ed è amico del fiume, ma soprattutto della gente che vive lungo il fiume.

    Gli altri personaggi - i canoisti coprotagonisti - condividono con Vergani la stessa insaziabile sete di avventura e le emozioni che questa comporta. Quando Vergani racconta, non c’è un io ed un loro, ma c’è un noi: il gruppo prevale sul singolo, anche se ciascun personaggio è caratterizzato: in particolare negli ultimi due racconti Lilli Di Francesco è fotografato nella sua identità di amico fidato e compagno federato, perché c’è un inscindibile patto di alleanza tra compagni di canoa.

Poi ci sono i personaggi incontrati. A volte sono rappresentati tramite i dialoghi, altre tramite episodi narrativi, altre solo attraverso le immagini, ma tutti – Vergani è rispettoso in questo -  assumono il ruolo di personaggi: l’autore si fa da parte, il narratore diventa voce fuori campo, il protagonista scompare per un po’ lasciando spazio agli altri. E’ come se per un brevissimo tratto di tempo questi personaggi assumessero il ruolo di assoluti protagonisti: si stagliano con tale nitidezza nell’ambiente in cui vivono, che assumono forma perentoria e sono fissati per sempre: le pastorelle del Marocco, con il loro colori, il sorriso ammiccante e il loro gesto, tutto femminile, di lisciarsi i capelli assumono valore icastico: sono scolpite per sempre nel racconto di una discesa di fiume.

   Attrazione fluviale svela, dunque, l’atteggiamento di Vergani di fronte al fiume ed al viaggio d’avventura. Non è lui che domina sul fiume, ma è il fiume che lo attrae a sé. Vergani subisce tale attrazione. Si trova in una vicinanza assoluta col fiume, con l’ambiente naturale e con chi lo popola. Tutto ciò lo attira senza lasciargli scelta. Il vero protagonista del libro è infatti il fiume, che si snoda nel suo paesaggio con sapienza antica e con la determinazione incontrastata da millenni di corrente.

Il fiume attrae Vergani a sé come l’anziana donna marocchina che apre il libro: come lei, "nessuno lo nota, spesso si trova al bordo di una strada tra le rocce e gli arbusti, siede discreto senza farsi notare. Non sembra osservarci, ha lo sguardo perso e gli occhi velati. Sembra cieco". Come questa dea fluviale, "pare un cumulo di ossa disarticolate e fa impressione. Ci avviciniamo e siamo avvolti dal suo odore". Lui "non parla e non reagisce, non chiede. Ci guarda con occhi scuri che hanno visto tanto e prende, con movimenti lenti, ciò che riponiamo tra le sue mani".

                           Laura Dinale

Angelo Vergani

  • ****
  • Full Member
  • Post: 188
  • RITORNO A MONTE, in autostop
Re: ATTRAZIONE FLUVIALE
* Risposta #1 il: Gennaio 18, 2012, 07:16:08 pm *
Cara Laura, la tua recensione è molto dettagliata e approfondita, d'altro canto tu il libro l'hai letto in anteprima e l'hai anche rivisto in termini di editing facendo un lavoro egregio. Nessuo avrebbe potuto meglio di te che sei una canoista, interepretare al meglio lo spirito dei viaggi e delle discese in canoa e in kayak.

La tua è stata una revisione puntigliosa e leggera, senza modificare lo stile e valorizzando le intuizioni che c'erano nel testo.

Grazie ancora per il lavoro che hai fatto.

Il libro sta avendo un discreto successo. Piace molto ai canositi e ai non canoisti. Molti mi hanno scritto che vogliono iniziare la nostra disciplina. Evviva.

Avrei pensato che la tua recensione avrebbe scatenato qualche reazione di chi tra noi canoisti ha letto il libro, invee nulla. Calma piatta. Peccato perchè mi sarebbe piaciuto leggerei i commenti, sia positivi che negativi.

A propisito domani giovedì 19 gennaio 2012, presnterò il libro Attrazione Fluviale, a CLASS TV, canale 53 digitale, ore 12-12,30, Programma Meteo Warrier.
L'intervista verrà condotta da Serena Giacomin, laureata in Fisica e d esperta di ambiente e metereologia.

L'orario non è proprio da prima serata, ma va bene lo stesso,

Ciao, Angelo

Angelo Vergani

Angelo Vergani

  • ****
  • Full Member
  • Post: 188
  • RITORNO A MONTE, in autostop
Re: ATTRAZIONE FLUVIALE
* Risposta #2 il: Marzo 02, 2012, 07:41:41 pm *
il libro "Attrazione fluviale" a detta dall'editore Biblioteca dell'Immagine di Pordenone è andato
piuttosto bene.
Le rese sono state basse.

Non è male per un libro di avventure di canoa. Speriamo di vedere sui fiumi nuovi canoisti per rimpolpare la categoria. Soprattutto con giovani.

Buona lettura ai canoisti che leggono.

av
Angelo Vergani