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Sara Magister

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Re: campo slalom P. Ceccherelli loc. Papigno (TR)
* Risposta #15 il: Novembre 18, 2009, 03:26:36 pm *
per chi non ne fosse al corrente: il campo slalom di marmore-papigno si trova in un alveo già in precedenza artificializzato dalla creazione di una diga e completamente chiuso da alte pareti di cemento.
sarebbe quindi il luogo ideale per fare qualcosa di meno orrendo di quello che è già stato fatto a suo tempo per altri motivi che non quelli ludico-sportivi.

la sintesi della situazione che ho fatto in una mia precedente mail in questo stesso contesto è in pratica il sunto di quello che mi è stato riferito da Federico la settimana scorsa, sunto dallo stesso approvato.

sara


Ettore Ivaldi

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Re: campo slalom P. Ceccherelli loc. Papigno (TR)
* Risposta #16 il: Dicembre 06, 2009, 11:20:05 pm *
Mi permetto di intervenire sulla tematica in oggetto considerando il fatto che nel 2003 presentai alla Fick un progetto per creare a breve a Terni un “College della Canoa Slalom“.
Partivo da questi presupposti:
1. la canoa italiana aveva bisogno di un punto di riferimento preciso per le società e per i giovani talenti dove poter lavorare costantemente e per la Federazione stessa;
2. gli atleti non sono atleti tutta la vita e devono costruire da giovani il loro futuro che non è solo fatto di sport;
3. era insomma necessario un centro di allenamento e formazione dove fosse possibile svolgere attività tutto l'anno e che fosse il più agevole possibile per tutta l'Italia;
Intravedevo quindi a Papigno la base naturale per questo progetto e in Terni la base logistica. Arrivai a questa conclusione dopo tre  anni di attività sul fiume Nera e dopo aver trovato proprio nel canoa club Terni e in Giovanni Dall'Oglio validi collaboratori. In quegli anni durante le vacanze di Natale si organizzavano traning camp per ragazzi e junior e alcune nazioni come Repubblica Slovacca e Slovenia partecipavano trovando in Terni una buona soluzione per questo tipo di attività. Più volte, anche la futura campionessa del mondo,  Jana Dukatova con il suo tecnico e altri talenti slovacchi  hanno usato il campo di slalom durante la stagione invernale. Il campo di Papigno è stato anche più volte utilizzato dalle  squadre nazionali assolute.  Abbiamo soggiornato in diverse strutture che di volta in volta si prestavano alle nostre esigenze. Spesso la collaborazione delle varie Amministrazioni si prestava a pagare il soggiorno alle varie squadre. Si è maturata una grande esperienza nel corso degli anni e si era creato una sorta di “pool di sponsor” che supportava l’attività. Si utilizzava inoltre la palestra “Tonic” di Terni a titolo gratuito per gli atleti della squadra nazionale.
Successivamente e dopo diversi incontri con il sindaco della cittadina umbra e direttamente su proposta dell’assessore allo sport, mi fu proposto, per gli aspetti logistici, di poter utilizzare la struttura che veniva lasciata libera della federazione tennis tavolo a Terni e per il campo di slalom avremmo potuto interessare i vari Enti perché  ci potessero aiutare a modificare il tratto di fiume che più si addiceva alle nostre esigenze. E per questo ebbi diversi incontri con le varie autorità e con i responsabili dell’Endesa che allora gestiva il fiume Nera. L’idea era quella di recuperare la parte incanalata del fiume creando un passaggio a piedi e degli ostacoli per rimontare in canoa agevolmente. Il dislivello è buono e secondo me si sarebbero potute fare delle modifiche interessanti, sfruttando così anche quel tratto. Gli interventi avrebbero poi dovuto interessare anche la parte a valle  per avere un percorso appetibile anche per gare internazionali giovanili.
Si sarebbero potuto unire quindi così interessi sportivi, sociali ed economici per cercare di creare anche posti di lavoro.
Tutto ciò fu da subito supportato dalla vecchia dirigenza della Fick che oltre a muoversi in prima persona con il presidente, mi incaricò di portare avanti questo progetto.
La mia idea era quella di creare un "College della Canoa Slalom" dove gli atleti dai 14 ai 25 anni avrebbero trovato la possibilità di allenarsi “full-time" e nello stesso tempo di portare avanti gli studi anche universitari. Infatti a Terni le scelte universitarie sono molteplici.
Ero, e sono sempre più convinto, che l'unica strada che possa portare alla crescita sportiva di alto livello sia quella di offrire ai nostri giovani delle opportunità e degli strumenti concreti per poter lavorare e crescere a 360 gradi. Credo che se gli atleti, se pur in giovane età, vengono messi in queste condizioni le soddisfazioni agonistiche, universitari e umane non tardino ad arrivare. Certo è che è difficile pensare che le società, nell’attuale realtà italiana, possano superare lo scoglio che divide la promozione dalla crescita tecnica di livello. Credo che sia elementare capire il perché di questa impossibilità. Ricordo solo alcuni punti:
1. Mancanza di tecnici societari, ma anche federali,  a tempo pieno.
2. Difficoltà a seguire professionalmente i giovani.
3. Mancanza di riferimenti precisi per portare avanti il lavoro con le evoluzioni internazionali.
Il problema nasce dal fatto che sono decisamente pochi gli atleti di alto livello che rimangono impegnati nel settore. Molti di loro hanno abbandonato. La Federazione ha perso negli anni un vero e proprio capitale che purtroppo difficilmente si potrà recuperare. La premessa per tutto ciò è quella di avere persone competenti a tempo pieno e intravedevo nel “College della Canoa Slalom” una ulteriore opportunità per tenere attivi ed impegnati proprio questa fascia di atleti che una volta esaurito il loro ruolo attivo avrebbero potuto trovare occupazione capitalizzando tutto il lavoro fatto negli anni, facendo guadagnare tempo e soldi a tutto il settore.
L’idea quindi era proprio quella di creare un modello italiano di crescita agonistica, culturale e sociale.
E’ molto difficile impostare correttamente i giovani allo slalom e a  volte si sprecano molte energie per cercare di rimediare ad errori tecnici di base che impediscono la crescita tecnica ed atletica successiva.
Successivamente al 2004 non ebbi più la possibilità di seguire questo progetto visto che non ricoprivo più il ruolo di commissario tecnico della canoa fluviale  e rapporti con la nuova dirigenza si interruppero. Con molto dispiacere il grande sogno di vedere operativo un “College per la Canoa Slalom” è svanito.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi