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Ettore Ivaldi

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REALTA' SOCIETA'
* il: Maggio 28, 2009, 09:51:07 am *
Quanti sono i club in Italia che partecipano alle gare di slalom giovanili  e che realtà vivono è presto detto. Infatti, restando alle statistiche si nota che, abbiamo una media di 10 club a gara di cui 4 partecipano solo con i master e quindi non sono da prendere in esame. In sostanza sono poco più di 15 complessivamente.

Questi club sono:

Canoa Club Verona; Canoa Club Bologna; Lega Navale Quinto; Canoanium Subiaco; S.C.Merano; Ass.Kayak Treviso; Marina Militare; Ivrea Canoa Club; Gr.Canoe Cordenons, Polisportiva Montereale; A.S.Milland, Amici del Fiume; C.C.Ferrara; C.C.K.Valstagna; a queste società aggiungiamo C.K.Policastro; Canottieri Acropoli; Lao Pollino; C.K.C. Reggio Calabria; LNI Castellamare che hanno partecipato solo alla prova del 22 marzo a Laino Borgo.

Passiamoli in rassegna e capiamo le realtà. Inizio da quello che conosco meglio e cioè il C.C. Verona che per molti anni (dal 1996 al 2000) ha svolto una grandissima attività giovanile grazie al fatto che il sottoscritto era distaccato dalla Forestale al club. In quegli anni c’è stata un attività che ha portato il C.C. Verona a dominare le classifiche nazionali e a dare alle squadre nazionale giovani atleti in modo particolare fra le donne e nella canadese. Oggi il club scaligero è concentrato su un progetto importante perché si è reso conto che solo arrivando a costituire una società con strutture adeguate si può portare avanti la canoa da professionisti. La scelta quindi è stata quella di concentrare le energia alla realizzazione di queste strutture coinvolgendo le amministrazioni locali che in poco meno di due anni finanziano per 3 milioni di euro questo magico progetto. A questo punto il CCVR investirà tutto per avere allenatori, istruttori e guide a tempo pieno perché solo così si potranno offrire servizi e competenze adeguate. Nel frattempo c’è una grossa movimentazione di giovani che si avvicinano alla canoa in maniera adeguata e il sodalizio scaligero porta avanti in modo professionistico uno o due elementi di talento.
Il Canoa Club Bologna è una bella realtà che grazie all’impegno di alcuni soci sta portando avanti i giovani. La loro presenza è costante, ma manca quello che si deve considerare una direttiva tecnica. Se possono appoggiarsi saltuariamente sulle esperienze di atleti del calibro di Stefano Cipressi e Michele Ramazza  c’è da sottolineare che tutti e due ora sono impegnati in attività agonistica. Presumiamo quindi che la loro collaborazione sia limitata. Certo è che affermare che manca la guida tecnica potrebbe sembrare presuntuoso, ma osservando, studiando e soprattutto vedendo all’opera i loro ragazzi da alcuni anni la cosa è evidente.
La Lega Navale Quinto è ora seguita da Elena Bargigli – ex atleta della squadra nazionale e per anni ha gareggiato per il CCVR, laureata in scienze motorie, allenatrice di canoa – ha creato un gruppetto interessante che però deve fare i conti con la mancanza di strutture adeguate (si allenano sul mare) e un costante rapporto con l’evoluzione tecnica di una disciplina che vive una continua evoluzione.
Canoanium Subiaco vive sulla spinta di Daniele Mariano e sul lavoro di Tommaso Zaccaria. Hanno sviluppato un progetto interessante per quanto riguarda le strutture e possono contare su un kayak (all’ultimo anno junior) e su altri tre giovani atleti che si dedicano alla canadese oltre ad un gruppetto di giovanissimi che se guidati saggiamente possono sicuramente crescere bene. Anche qui rimane il principio che non c’è – a mio modo di vedere – uno sviluppo tecnico adeguato per queste categorie. Forse troppa fretta ad ottenere risultati nelle categorie giovanili. Il fatto eclatante è stato quello di aver mandato le canadesi (ancora junior) in gare di coppa del mondo dove certo non si può utilizzare una manifestazione del genere per fare esperienza. L’esperienza va cercata altrove.
Lo Sporting Club Merano è riuscito a realizzare un bel campetto di allenamento sul fiume Adige a Marlengo. Anche loro però vivono sulla spinta di qualche genitore e sulla passione di qualche socio. Manca anche qui un coordinamento tecnico preciso.
Il Canoa Club Kayak Valstagna, dopo la messa da parte di Enrico Lazzarotto, è precipitato nel buio, peccato perché strutture e persone con capacità tecniche non sono sfruttate a dovere. Manca, a mio modo di vedere, l’elemento trainante.
Associazione Kayak Treviso, da molti anni lavora con i giovani, ma purtroppo la loro carriera sportiva si chiude molto presto. C’è da chiedersi perché?
La Marina Militare Luni Sarzana spinge molto sul settore discesa, mentre nello slalom non possiamo considerare grossi prospettive giovanili forse perché è stata fatta una scelta precisa o forse perché non è facile portare avanti due discipline in modo continuo e professionale.
Ivrea Canoa Club, da alcuni anni ha lavorato molto per creare un canale adeguato allo slalom, ma certamente non è facile riadattare il vecchio tracciato alle esigenze attuali. Per il momento non ci sono molti giovani, ma sicuramente le strutture e le capacità di alcuni elementi potrebbero attivare un grosso lavoro in prospettiva futura.
Gruppo Canoe Cordenons è un club che ha sempre avuto elementi interessanti e che comunque punta molto su alcuni talenti supportandoli fino ad un certo livello.
Bene!  la rassegna si conclude considerando il fatto che gli altri club citati hanno fatto attività giovanile in modo saltuario  e mi scuso se manca qualche sodalizio come ad esempio gli Amici del Fiume che svolgono attività in tutte le discipline e  il Canoa Club Brescia che ha, negli anni passati, lavorato bene e che forse oggi deve rilanciarsi sotto questo aspetto. Forse il club bresciano è impegnato in altre campagne e cioè  per far trionfare la verità su loschi strani interessi personali di alcuni personaggi che ben consociamo.
Tutto questo lungo discorso è stato necessario per capire che cosa questa REALTA’ ha portato alla canoa nazionale. Qual è cioè il quadro che si presenta in questo momento fra i giovani tra i 14 e i 18 anni. Importantissimo per il futuro.
Riassumendo possiamo contare su un gruppetto di Kayak uomini tra ragazzi e junior di 5 (cinque) massimo 6 elementi di valore, considerando il fatto che già il sesto è di media al 10% dai primi della categoria. Nel Kayak femminile – dopo l’infortunio di Clara Giai-Pron – non abbiamo elementi, considerando il fatto  che di media sono al 32% di distacco dai colleghi uomini… un abisso! Quando la percentuale richiesta dai criteri di selezione è del 18%. Per farsi un’idea la prima donna junior è circa al 7% dal primo K1 uomini junior italiano.
Nella canadese monoposto abbiamo esclusivamente due elementi che devono crescere moltissimo. Infatti solo in una gara di selezione, uno di loro,  è rimasto nel distacco del 12% previsto dal primo kayak junior. La canadese biposto – un solo equipaggio – viaggia con distacchi tra il 28 e il 30% dai 20 richiesti.
Questa è la REALTA’ attuale.  Che cosa fa la Federazione?
Propone un incontro di fine settimana a Valstagna e un raduno a Merano  dal 10 al 14 aprile (di cui vi ho già parlato). La partecipazione ai pre-mondiali di Foix dal 10 al 14 giugno, un raduno a Liptovosky per gli atleti qualificati agli Europei dal 27 giugno al 4 luglio (considerate che per andare in Slovacchia ci vuole un giorno per andare e uno per tornare) e poi tornano per le gare.
Chi è responsabile dell’attività giovanile è Mario Veronesi (anche di lui vi ho già parlato) che tra una festa e le ferie riesce a dare una disponibilità limitata. Senza considerare il fatto che manca assolutamente  di una vera  e propria esperienza internazionale e non solo.
CONCLUSIONI: l’attività proposta per queste categorie è inadeguata e decisamente insufficiente per far crescere i giovani. Tralascio il fatto di dirvi che cosa si sta facendo all’estero perché altrimenti ci viene da piangere a tutti. Vi dico solo che la Russia, dopo la medaglia olimpica nel C2, ha trasferito i suoi giovani praticamente a tempo pieno a Liptovosky (patria dei campioni olimpici Martikan e Kaliska). Preso un container dove tengono le canoe, creato un gruppo di 4 allenatori e ora si lavora duramente senza tante teorie del “crescente e decrescente”!
PROPOSTA: Considerando il fatto che gli elementi di livello sono complessivamente 6 kayak, 2 C1; 1 C2 e una donna si mette a disposizione un mezzo federale e un mezzo di un club con due allenatori che partono il 15 di giugno e tornano il 15 di settembre girovagando per l’Europa a gare sui vari canali. Ci si allena alla mattina e al pomeriggio accumulando più ore possibili su acqua mossa e su tracciati sicuri. Terminata la stagione estiva il lavoro prosegue con raduni più fitti e con il seguito nei club.
Nomi dei tecnici: io mi propongo (un accordo economico si può raggiungere tranquillamente)  e penso che Tommaso Zaccaria potrebbe essere un buon elemento per collaborare a questo progetto.
COSTO dell’operazione: per il periodo estivo 12.000 euro (diviso per 12 sono 1.000 euro a persona) contributo da parte del club di 500 euro per persona il resto la Federazione.

E tutti gli altri giovani? A Valstagna, come già proposto,  al campo fisso a lavorare duramente e a fare esperienza.

Nel prossimo intervento entreremo nel vivo delle squadre nazionali senior e ci sarà da divertirsi!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

roberto.bussolino

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Re: REALTA' SOCIETA'
* Risposta #1 il: Giugno 13, 2009, 11:15:46 am *
ciao a tutti, sono un vecchio canoista appassionato che da quasi 30 anni cerca di avviare giovani e bambini all'attività della canoa fluviale, specie slalom, da solo o in affiancamento con altri istruttori e allenatori. Vorrei analizzare in maniera più generale i motivi per cui la pratica giovanile della canoa è così scarsa.
Non mi sembra che ci sia stato un tracollo dell'attività giovanile, che in tutti questi anni ha avuto degli alti e bassi fisiologici ma senza che vi siano mai stati dei picchi esaltanti, mentre nella velocità si è prodotta  una continua crescita.
Ho notato che solo poche società hanno saputo mantenere una costanza di partecipazioni, ma piuttosto vi è stato un'andamento discontinuo, in proporzione al tempo che un elemento trainante poteva dare. Inoltre, dobbiamo scontrarci anche con difficoltà ambientali, "non c'è acqua-troppa acqua, fa freddo e stai sempre bagnato", pochi campi di allenamento, ma soprattutto di avviamento, spesso in luoghi scomodi, senza spogliatoi con tempi di spostamento a volte di ore. Quando si superano questi non irrilevanti ostacoli, ci sono i genitori che considerano la società un parcheggio per un paio d'ore, e quando ci sono le gare i figli non possono andare perchè "rovinano" il weekend della famiglia.
A tutto questo si aggiungono i problemi economici che quasi tutte le società devono affrontare, benchè spesso agevolate, ci sono tutte le utenze da pagare, l'affitto, furgone, assicurazioni varie ecc. Sarebbe bellissimo avere le risorse per istruttori e allenatori ma troppo spesso i soldi non ci sono, allora si va di passione ( finchè c'è ), o con rimborsi che non sono certo proporzionati all'impegno e alla responsabilità.
Detto questo, mi sembra che manchi a livello federale una seria politica per i giovani, che tutto venga lasciato alla buona volontà di alcune società (Bologna sulla Durance ) o comitati, ma che manchi una coordinazione generale.
Quando ho inziato a seguire con altri istruttori i giovani della mia società (Cristina Giai Pron, Erik Masoero, Ravera Max, Digioia B. Forlin A. ecc. ) e questi erano allievi e cadetti, ricordo Raduni a convocazione a Valstagna, da cui i ragazzi tornavano sempre molto carichi e vogliosi, e per parteciparvi, si impegnavano al massimo durante le gare prese in considerazione, ed era una attività programmata e continuativa durante tutta l'estate.
Ricordo anche da spettatore interessato, i "miei" atleti erano convocati, i mondiali Juniores in Svizzera nel 1990, in cui vi era una squadra completa dell'Italia anche nei C2, ed è già una cosa ottima, ma vi era anche una nazione ora ai vertici mondiali (si chiamava ancora Cecoslovacchia), che al seguito della nazionale, aveva un PULLMAN straripante bambini da 10 a 15 anni con carrello a cucina da campo, che stando in campeggio si allenavano  e imparavano dai più grandi, e se la politica era quella, i risultati si vedono ora.
Un discorso che si può legare riguarda gli atleti di alto livello, che quando finiscono l'attività agonistica "spariscono" dall'ambiente, facendo perdere a tutto il movimento un patrimonio di esperienza e capacità. Perchè non si riesce a mantenerli nell'ambiente e "usarli" per trasferire conoscenze specifiche alle società? Cosa manca? E' solo nausea dopo tanti anni in barca o si sentono messi da parte perchè inutili o ritenuti "pericolosi"?
Vorrei fare un'ultima riflessione sul ruolo delle Società militari. Hanno un compito essenziale per consentire ad atleti di buon livello di migliorare e praticare a tempo pieno, con il risultato di raggiungere abbastanza costantemente finali olimpiche e mondiali e medaglie, però, a termine carriera, quasi tutti escono dall'ambiente. Penso che ci vorrebbe un ulteriore piccolo sforzo da parte dei centri sportivi per destinare, anche part time, gli ex atleti presso le società o comitati regionali, che li hanno cresciuti spesso con grandi sacrifici sia personali che economici, fino al momento di entrare nelle squadre militari, avendo quindi un ritorno di esperienza d'alto livello da condividere con altri giovani che stanno crescendo.
Mi scuso per la lunghezza del messaggio, ma il problema è complesso a molto articolato, quindi saluto tutti e buone gare.

Roberto Bussolino

Mauro Canzano

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Re: REALTA' SOCIETA'
* Risposta #2 il: Giugno 28, 2009, 12:38:25 pm *
Buongiorno a tutti,

per  coloro che continuano a dire che non ci sono programmi per i giovani , si prega di andare a vedere la presentazione sia per la discesa che per lo slalom dell'attività giovanile 2009. Attività giovanile 2009 COMPLETAMENTE SPESATA dalla FICK e non a carico di società e/o famiglie.

Saluti Mauro Canzano

Ettore Ivaldi

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Re: REALTA' SOCIETA'
* Risposta #3 il: Giugno 28, 2009, 01:02:56 pm *
Nessuno dice che non ci sono, si osserva solo che possono essere migliorati e sono lontani dalle necessità reali per una crescita di livello. Carissimo Mauro, ti prego di leggere attentamente quanto si scrive perchè non c'è nessuna intenzione di creare o fare polemica, c'è la voglia, la consapevolezza e il desiderio di poter far crescere i nostri atleti come fanno nel resto del mondo.
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

Mauro Canzano

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Re: REALTA' SOCIETA'
* Risposta #4 il: Giugno 28, 2009, 01:27:39 pm *
Caro Ettore,

anche a mie spese, ho capito che si comincia a camminare e poi a correre...

Saluti a tutti

Ettore Ivaldi

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Re: REALTA' SOCIETA'
* Risposta #5 il: Giugno 28, 2009, 02:16:43 pm *
Perchè continuare a camminare quando si potrebbe già correre?