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Claudio F.

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padre e figlio
* il: Aprile 16, 2009, 04:14:37 pm *
Ciao, primo ingresso per chiedere a tutti qualche consiglio:
Ho recuperato due vecchi kayak in vetroresina, li ho restaurati, dotati di gavoni e reti, ed ora sono quasi pronto per introdurre mio figlio (12 anni) alla canoa (io ho fatto qualche esperienza sul Lago Maggiore anni fa, ora spero di passare un pò di tempo sull'acqua col mio figliolo).
Veniamo al dunque:
1) il mio ragazzaccio ha 12 anni ed è alto circa 145 cm. Che pagaia mi consigliate?
2) le canoe non hanno chiglia, per cui per mio figlio potrebbe essere particolarmente faticoso tenere una traiettoria lineare. Potrebbe aiutare una pinna da windsurf? Come mi consigliate di fissarla (magari smontabile)?

Giorgio Jandolo Cossu (JC)

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Re: padre e figlio
* Risposta #1 il: Aprile 17, 2009, 09:44:19 am *
Ciao,

sulla pagaia non mi esprimo in quanto le poche uscite fatte in mare l'estate scorsa con  mio figlio (9 anni x 142 cm) sono state effettuate con una Robson Stud ormai "ridotta dal tempo" in lunghezza (credo che ormai sia intorno ai 188 cm) e in dimensione della pala. Per la pala da dare ad un bambino con utilizzo in acqua piatta credo che ci sia più un problema di peso che di lunghezza.

Riguardo alla direzionalità credo che sia inutile l'adozione di una pinna, che peraltro ridurrebbe la capacita di curvare, in quanto ho notato che i bambini fanno molta meno fatica degli adulti a "intuire" il movimento necessario per mantenere la canoa dritta e stabile (sembra impossibile, ma è così). Infatti tutti i bambini e/o ragazzini che ho visto provare delle canoe da torrente (e quindi molto avvezze a curvare quasi da sole) se la sono cavata egregiamente in poco tempo  ;)

Ciao
Giorgio (JC)

Claudio F.

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Re: padre e figlio
* Risposta #2 il: Aprile 17, 2009, 01:40:51 pm *
Ciao Giorgio, grazie della risposta.
Con mio figlio ho già avuto modo di usare quelle canoe aperte da noleggio, e non mi sembra abbia avuto particolare difficoltà con la pagaia, ma non ne conosco la lunghezza. Adesso ho una Azzali in legno da 200 cm, leggera come una piuma, penso possa cominciare con quella, mio figlio poi è un "torello" e non penso che farà fatica, io me ne prenderò una nuova da pochi euro, non ho pretese. Mi consoli con quello che mi dici riguardo la relativa facilità dei giovani ad adattarsi al kayak senza carena, proverò senza artifici, e se va bene così, tanto meglio, altrimenti farò qualche prova: quando usavo canoe a prestito da amici, e quindi non potevo fare modifiche, avevo pensato ad un fissaggio mobile per una eventuale pinna, magari con una cinghia autotensionante, e questo darebbe la possibilità di provare diversi posizionamenti. Se caso ti saprò dire.
Buon WE
Claudio

renzo monelli

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Re: padre e figlio
* Risposta #3 il: Aprile 19, 2009, 06:21:28 pm *
Vero, i ragazzini imparano molto velocemente a tenere la direzione ed è meglio, secondo me, che affinino questa capacità senza pinne. Anche se minuti, sono invece molto robusti ed anche se non tengono molto lo sforzo prolungato, l'unico problema fisico può derivare da manovre come l'aggancio o l'eskimo ma credo che finchè si rema e si appoggia, una pagaia leggermente lunga non comprometta nulla; ho visto ragazzini di circa 10 anni fare slalom in torrente con pagaie da adulti.
Ciao.

Claudio F.

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Re: padre e figlio
* Risposta #4 il: Aprile 20, 2009, 09:59:48 am *
Vero, i ragazzini imparano molto velocemente a tenere la direzione ed è meglio, secondo me, che affinino questa capacità senza pinne. Anche se minuti, sono invece molto robusti ed anche se non tengono molto lo sforzo prolungato, l'unico problema fisico può derivare da manovre come l'aggancio o l'eskimo ma credo che finchè si rema e si appoggia, una pagaia leggermente lunga non comprometta nulla; ho visto ragazzini di circa 10 anni fare slalom in torrente con pagaie da adulti.
Ciao.

Ho pensato anch'io lo stesso, ma preferisco sempre ascoltare l'opinione di qualcuno che magari ne sa di più.
Come percorsi penso di cominciare con la tranquillità del lago, per fargli prendere la mano, magari poi attrezzandoci per pernottamenti in spiaggia e solo poi affrontare un po' più avanti il fiume, dapprima con il semplice "giro del Montorfano" che mi pare molto adatto come prima esperienza, e poi.... si vedrà, perchè pure io sono del tutto vergine riguardo al fiume.
Sul lago non prevedo paraspruzzi, pertanto l'eskimo lo lascio a quando faremo un corso adeguato

Giuseppe Piscitello

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Re: padre e figlio
* Risposta #5 il: Giugno 04, 2009, 09:11:39 am *
ciao, scusami se mi intrometto, ma la sicurezza in acqua prima di tutto. Di sicuro un giubotto salvagente è d'obbligo, anche se l'acqua è piatta un brusco movimento ti può portare ad un ribaltamento e quindi devi essere pronto ad affrontare quelle che potrebbe diventare un'emergenza.
Io prima di prendere "il largo" farei fare al ragazzo delle prove di uscita dal kayak, perchè se non si è abituati non è piacevole ritrovarsi a testa in giù in acqua.
Il corso lo farei ancora prima perchè almeno i fondamentali come uscita dal kayak, salvataggio, ed autosalvataggio devono essere parte della cultura di chi pratica questo sport.

stefano caprile CCN

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Re: padre e figlio
* Risposta #6 il: Giugno 04, 2009, 11:41:58 am *
Io ho portato due figli in canoa gradualmente, dalla tenera età, prima su lago, poi sul Ticino, poi su acque più mosse. Se vuoi qualche consiglio, ti dico la mia esperienza:
fase 1: insegnare ai figli a nuotare come pesciolini, a fare capriole sott'acqua e quindi massima confidenza.
fase 2: portarli in lago. Ovviamente d'obbligo il salvagente, non allontanarsi a più di 10 metri da riva (perchè nell'acuqa fredda non si resiste a lungo a mollo). Se l'acqua è fredda prendigli una muta, al Decathlon le trovi a 25 euro. Appena in acqua prova di ribaltamento ed uscita dalla canoa. L'ideale è farla come un gioco, magari tipo "battaglia navale" giocando a rovesciarsi.
Nessuna pinnetta. I ragazzi imparano in fretta a mandare la canoa diritta. Non pretendere di fare giri lunghi le prime volte, meglio imparare a pagaiare davanti ad una spiaggia.
fase 3: giro più lungo insieme (il Mont'orfano sono 3/4 ore di pagaiata.... aspetta un po' a proporglielo)
fase 4: nuotate in Valsesia attraversando a nuoto la corrente, entrando nelle morte ed uscendone, lasciandosi trasportare giù per rapide facili. Ovviamente con muta, casco e salvagente. Serve ad evitare panico in caso di bagno in fiume.
Fase 5: portarli in Ticino ed insegnargli a fare traghetti, uscite in corrente, entrate in morta.
Fase 6: portarli in Sesia quando c'è poca acqua e fare prove di cravatta, lasciandosi spingere contro ai sassi e dando pancia alla corrente.
Spero che la mia esperienza possa esserti utlie.
Quando cominci a fare giri lunghi, portati una coda di vacca, non si sa mai che ti capiti di dover "rimorchiare" un figlio esausto......
Ciao,
Ste
Stefano CCN

Giorgio Jandolo Cossu (JC)

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Re: padre e figlio
* Risposta #7 il: Giugno 05, 2009, 11:04:03 am *
Aggiungo altre FAsi  ;):

Fase 2.1: portarlo al mare (probabilmente al lago è lo stesso) quando c'è qualche onda e non la mareggiata  :D)  per farlo abituare a reagire e per fargli fare piccoli surf verso riva.
Fase 4.1: abituarlo sin da subito a prendere una corda da lancio con un minimo di corrente (attenzione a come spiegargli di mettere la corda sulla spalla opposta a quella della riva da cui si fa la trazione perché i bambini hanno la simpatica propensione ad arrotolarcisi dentro :o). Io glielo fatto fare l'anno scorso in Ardeche e si è divertito come un matto ... non solo: ad un certo punto si è perso una scarpa e se l'è recuperata da solo nuotando in corrente, dopodiché si è attaccato alla corda.

Fase 7: (anche anticipabile): non perdere nessuna occasione per segnalargli eventuali difficoltà che si potrebbero presentare in fiume indicandogli da subito i pericoli sostanziali in modo didattico e senza ovviamente allarmarlo (es. artificiali, salti, nicchie, buchi, ...) ... a tal proposito l'ignoranza (e forse anche l'incoscienza) dei giovanissimi purtroppo esiste: proprio nel we passato a valle dell'orrido del Maggia un ragazzino sui 15 anni in costume da bagno ha deciso di fare un traghetto a nuoto appena a monte di una rapida e, ovviamente, è stato trascinato giù con stupore e spavento del suo amico che non lo vedeva, ma  soprattutto con ancor più grande stupore delle sue tibie che ne sono uscite parecchio tumefatte (ed è andata bene così)  ;) ... intanto 200 m. più a monte portavano via uno dall'orrido con l'elicottero, ma lì è la norma ...
 
Fase 8: Salto in un impraticabile a scelta ... SCHERZOOOOOOOOOOOOOO ;D ;D

PS: Ovviamente quasi tutte le variazioni sul tema sono valide ...  ;)

Ciao

Giorgio (JC)

Io ho portato due figli in canoa gradualmente, dalla tenera età, prima su lago, poi sul Ticino, poi su acque più mosse. Se vuoi qualche consiglio, ti dico la mia esperienza:
fase 1: [...]
fase 2: portarli in lago. Ovviamente d'obbligo il salvagente, non allontanarsi a più di 10 metri da riva [...]. Appena in acqua prova di ribaltamento ed uscita dalla canoa. [...]
fase 3: [...]
fase 4: nuotate in Valsesia attraversando a nuoto la corrente, entrando nelle morte ed uscendone, lasciandosi trasportare giù per rapide facili. Ovviamente con muta, casco e salvagente. Serve ad evitare panico in caso di bagno in fiume.
Fase 5: [...]
Fase 6: [...]
Spero che la mia esperienza possa esserti utlie.
Quando cominci a fare giri lunghi, portati una coda di vacca, non si sa mai che ti capiti di dover "rimorchiare" un figlio esausto......
Ciao,
Ste

Claudio F.

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Re: padre e figlio
* Risposta #8 il: Giugno 08, 2009, 09:18:01 am *
Grazie, ragazzi, farò tesoro di tutti i vostri consigli.
Per il momento gli sto facento fare un pò di pratica sul lago, e proprio ieri c'era un minimo di onde, giusto per cominciare a capire che l'acqua si muove e bisogna saperla seguire.
Lui nuota piuttosto bene, ma il salvagente è d'obbligo.
Per quanto riguarda il fiume credo che aspetterò ancora parecchio, e prima di tutto prevedo il corso tanto per lui che per me.
Per ora lo sto facendo impratichire con la pagaia, facendogli capire dove può riparmiare energia (si stanca moltissimo pagaiando di forza anche quando non serve) e come fare per evitare di girarsi di continuo. Una difficoltà è quella di insegnargli a ruotare le spalle, non lavorare solo di braccia, ma sono istruttore di TaiChi, e ne so qualcosa di questo ostacolo.
E' proprio alle prime armi (volendo guardare pure io) ma mi sembra già ben impostato. Ci stiamo divertendo, e questo, con la dovuta attenzione alla sicurezza, mi pare la cosa migliore.
Buona settimana a tutti.