Vi riporto senza tagli il testo della email scritta or ora al Presidente della FICT Giuseppe Spinelli:
Ieri sera/notte – sono rientrato a Milano alle due di notte - a Piacenza forse abbiamo rifatto breccia ( solo metaforica per ora... ) sulla volontà di abbattere la diga più vecchia, orrenda e inutile di tutti i fiumi italiani. Non posso sbilanciarmi in tal senso ma, chissà, un passetto potrebbe essere stato fatto. Dipende da tante, forse troppe cose la riuscita ed il successo di questa avventura che ho scelto di intraprendere oltre 10 anni fa. Non so se hai per caso seguito on-line il dibattito sul Trebbia, ma il lavoro più interessante proposto è stato lo studio finalizzato al rilascio del materiale di risulta, in caso di abbattimento, direttamente nel fiume – ciò che spaventa i locali sarebbe proprio il trasporto via camion di 40.000 mc di conglomerato cementizio di risulta sbriciolato senza tondini, vivaddio, su e giù per la valle – che andrebbero invece utilmente a colmare le profonde pozze sotto la diga per quasi la metà, oltre ad una distribuzione equa lungo l’alveo per non più di 400 m nei primi due/tre anni e poi verrebbero trasportati dal flusso dell’acqua che si aprirebbe con l’abbattimento della diga per gli anni successivi. Il lavoro di distribuzione del materiale di risulta non lascerebbe traccia entro 5/6 anni e non si andrebbero a rialzare i tanto temuti livelli del letto e delle sponde del Trebbia in prossimità della diga abbattuta oltre a 4 o 5 cm solo nei primi anni (max tre anni e dipende dalle imprevedibili ed incalcolabili piene del fiume) e, anzi, si colmerebbero le pozze profonde che si sono formate al termine della gola in qs. 97 anni di inutile diga, con ripristino della connettività fluviale, in tutte e quattro le dimensioni della stessa (
https://www.freeflowingrivers.eu/home ) ma soprattutto in quella più importante per noi canoisti, che è quella longitudinale, senza tuttavia dimenticare le due componenti della stessa, fondamentali ai fini ecologici, che sono il trasporto naturale da monte a valle dei sedimenti e la possibilità per i pesci di muoversi dove e quando vogliono lungo tutto l’alveo del fiume. Se hai voglia di leggerti il link perfezioni parecchio le nostre già discrete conoscenze in materia grazie al ns. status di canoisti che vivono le realtà fluviali.
Ti saluto
Vittorio