Io non firmo. Evidentemente la falesia si offre a un accesso di massa e dove arriva la massa la libertà è già finita. Tenerla fuori di 60 metri può essere accettabile e corretto per non stressare la striscia di contatto tra mare e terra che avrà immagino delle peculiarità naturalistiche meritevoli di non essere rovinate. La limitazione non riguarda specificamente i canoisti ma ogni natante o nuotante, il passaggio dei quali, anche senza motori, è spesso rumoroso, infantile e predatorio. Questa pretesa di potersi strusciare con ogni anfratto naturale non ha nulla che vedere con il sacrosanto diritto di camminare, pedalare o pagaiare sulle montagne, lungo i fiumi e le forre in ogni momento dell'anno. Diamoci dei limiti ragionevoli; non tanto al singolo che deve potersi avventurare dove vuole, ma a tutti noi, quando ci trasformiamo in massa. Nella petizione si legge: ...perché il tratto a mare delle Falesie di Duino viene “navigato, ammirato, respirato, fotografato e nuotato”. Questo insopportabile e scorretto uso transitivo dei verbi rivela una mentalità consumistica e arrogante. Esistono ancora dei luoghi, disprezzati da tutti, nei quali potremmo trovare un incontro individuale ravvicinato con la Natura. Non mi sembra il caso di mobilitarci per garantire il diritto alla massa di trascinare con sé il proprio rumore ovunque. Chi non capisce la differenza... boh, che può fare? Non so.
...
Paradossalmente pensate all'impatto delle decine di migliaia di canoisti che scendono lungo le gole dell'Ardeche.
...
"Un parco naturale viene istituito, in una determinata area, nel momento in cui una commissione di persone competenti stabilisce che ci sia qualcosa di rilevanza naturalista(flora, fauna o caratteristiche del paesaggio stesso)a rischio di estinzione. Il processo perché l'area designata diventi parco naturale è piuttosto lungo e travagliato, ve lo posso assicurare.
Nel caso delle riserve marine la questione è ancor più complicata, ma al termine delle procedure queste aree saranno protette da un certo numero di leggi(tra le quali: n 979 del 1982, e 394 del 1991).
Vi assicuro che gli equilibri marini sono delicatissimi, e possono essere danneggiati con un nonnulla. Anche voi, che siete impatto ambientale zero, potete causare danni irreversibili. Un esempio:con una pala della vostra pagaia grattate una roccia per evitare di andare a sbatterci contro. Bene, avete grattato decenni di vita marina. Ricreare un ambiente marino é difficilissimo e molto costoso in termini economici e lavorativi. Non basta ripiantare il tutto, come si potrebbe fare nel caso in cui uno scalatore sradichi una piantina.
Il problema reale é che siamo in troppi, e, in zone come quella triestina, nelle quali l'attività nautica é intrinseca nella cultura popolare, è necessario istituire parchi naturali, come il già esistente Miramare, per salvaguardare l'ambiente.
Fatto questo discorso, doveroso a parer mio, vi porto buone notizie.
Le aree marine protette presentano 3 zone di suddivisione:
-ZONA A: zone di riserva integrale, riservate alle attività di ricerca.
-ZONA B: riserva generale, mezzi con poco impatto ambientale possono accedervi
-ZONA C: riserva parziale, fruizione con modesto impatto ambientale.
Traduzione: i 60 metri dalla costa comprendono tutte e 3 le zone, e voi alla zona B potete accedere chiedendo all'ingresso del parco i permessi. La zona B prevede una distanza dalla costa di, indicativamente, 10-15 metri ed è segnalata da boe.
Non vi sto chiedendo molto, solo di non passare attaccati alle rocce. Potete benissimo godere della bellezza del paesaggio anche stando a pochi metri e permettendoci così di svolgere il nostro lavoro. La costituzione di un parco ci permetterà di poter fare attività con i più giovani, in maniera tale da educarli e sensibilizzarli alle problematiche ambientali, cosa di cui c'è assolutamente bisogno.
Lasciateci salvare una zona bellissima,
vi prego."
Pagaiare entro 60 m significa entrare nella zona A... e anche nella zona C
Mi par di capire che si voglia creare una zona che non sia né A, né B e né C, ma che sarà individuata con un'altra lettera, dato che le zone A, B, e C hanno una loro definizione e regolamentazione ben precisa.
Il voler far transitare da una zona solo canoisti e nuotatori significa costituire una nuova zona diversa da quelle già previste.
Tale nuova zona mi auguro che non porti al declassamento di alcuna delle zone A già esistenti in Italia, come invece mi pare vorrebbero alcuni dei canoisti che partecipano a questo forum.
Ma se mai fosse costituita una zona per canoisti e nuotatori, perché il kayak vi potrà transitare ma non il pattino, il pedalò o una qualunque barca a remi?
Anche questi mezzi non inquinano e sono silenziosi e colui che rema può essere più civile ed ecologo del canoista, che oltretutto potrebbe essere un canoista improvvisato, che ha preso la canoa a nolo nello stabilimento balneare della più vicina spiaggia. O l’accesso sarà solo consentito al nobile canoista con provato curriculum?
Buonasera a voi,
stiamo organizzando gli interventi per l'incontro pubblico di domani pomeriggio e vi chiediamo se possiamo riportare i vostri pareri in modo da dar voce anche a voi. Possibilmente diteci chi di voi è d'accordo. Per il resto vi terremo aggiornati e ci sentiamo presto. Grazie dei vostri contributi preziosi. :) Saluti a tutti e tutte
Paola
Mi risulta che ci siano forti pressioni dalla Comunità Europea nei confronti del Ministero dell'Ambiente affinché l'Italia si adegui alle norme che in altri paesi non solo consentono ma addirittura promuovono la fruizione delle Aree Marine Protette con mezzi rispettosi dell'ambiente.
... siamo stati accompagnati dalla Guardia Costiera all'interno di una Fascia Protetta.Fare un raduno, perciò con numerosi kayak contemporaneamente in mare in una area naturale protetta mi sembra un atto di violenza nei confronti della natura stessa, se poi si è accompagnati anche dalla Guardia Costiera (immagino non in kayak) mi viene ironicamente da sorridere,
Dopo aver scritto la precedente, sono andato a curiosare il regolamento attuale del Parco dell'Isola di Capraia e leggo con gioia e piacere che, contrariamente a qualche anno fa, oggi il nuovo regolamento scrive: "Zona 1 o di tutela integrale: ... A mare l'area ... comprende quel tratto di costa che va da Punta della Manza fino a Punta del Trattoio, nella parte ovest dell'isola. Qui, ... è fatto anche specifico divieto di: accesso, navigazione, sosta ed ancoraggio di qualunque imbarcazione a motore; immersione con autorespiratore; pesca in ogni forma.
C'è da dire solo che la tutela di un bene prezioso come il territorio isolano, unico nel suo genere al mondo, è affidata, più che alle imposizioni date da norme, al buonsenso e alla consapevolezza del visitatore di trovarsi in una area geografica molto particolare ove il suo comportamento deve essere consono a quell'ambiente che si tende con una precisa normativa a tutelare."
Ottimo questo nuovo regolamento. Perciò nella Zona 1 di Capraia, non dovrebbe più capitare di trovare imbarcazioni a motore, come quella di cui parlavo nel precedente intervento.
Leggete tutto il regolamento http://www.isoladicapraia.com/it/il-parco-naturale/23.html (http://www.isoladicapraia.com/it/il-parco-naturale/23.html), SAREBBE GIUSTO CHE DIVENTASSE LA PIETRA MILIARE PER TUTTE LE AREE MARINE PROTETTE.
mai mi sarei aspettatato che qualche compagno di pagaia avesse pronunciato la frase meglio non avere un'area protetta che pagaiare per 2 km a 60mt dalla costa.. Questa frase io non l'ho sentita, nessuno la ha detta.
...pensavo che in quest'ambiente , il kayak, nessuno si sentisse "Unto del Signore"...
l'unica probabilita' di far passare il nostro messaggio sia quella che salti tutto il progetto della Riserva, noi andiamo avanti .."Chiedo venia per il mio cattivo italiano, non tutti nascono intelligenti, pertanto attendo la frase giusta e con il giusto significato, lo chiedo come un favore anche a maurizio cosi che io possa imparare. Provo a ridirlo, certo la mia ignoranza non sapra' esprimerlo nemmeno ora:
Mi piacerebbe anche che qualcuno spiegasse come mai, a quasi sett'anni dal referendum, ora che, come ci raccontano, la monarchia sarebbe finita, un principe tal dei tali sia ancora il propietario di una falesia. Il demanio dove sta? Perché non se ne occupa in modo normale e naturale proprio il demanio pubblico di istituire vincoli paesaggistici e faunistici, o forse questa era una procedura in vigore solo ai tempi della monarchia?Il Principe della Torre e Tasso, che è cugino del Principe Carlo per non so quale grado, è proprietario dei terreni e della pineta che si trovano sul ciglione carsico, forse anche parte della falesia, non della battigia che è demanio, ovviamente.
ce ne son molti altri esempi... senz'altro sono i kayakers il vero pericolo per l'area in questione e non ci sono altri interessi... ::) ::)
É di oggi la notizia!!!! ADESSO VI VIETANO IL CANAL GRANDE ED ALTRI AMENI CANALI A VENEZIA...
Incredibilmente la giunta comunale, almeno una parte, ha recepito la nostra "dissociazione", ne ha capito l'aspetto positivo e propositivo, e pensa di rivedere quella parte del regolamento.
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/02/04/news/falesie-congelato-il-regolamento-1.10801550
Mi sembra una bella notizia.
Non commento invece gli ultimi interventi di Nicola Baldo perché si commentano da soli.
Dopo lunghe insistenze, ieri e' stata finalmente depositata in comune la petizione contro la Riserva Naturale delle Falesie di Duino ) da parte della prima firmataria, Paola Tarquini Bruni.
In realtà si tratta di tre petizioni diverse, tutte comunque presentate unitamente nella nota della Bruni ( che comunica anche che "le firme sono aggiornate sino alla data dell'8 marzo 2015, in quanto la raccolta firme sia cartacea che on-line stanno continuando" ). La più "polposa" ( 421 firme ) chiede, testuale, di: "mantenere il libero accesso, via mare, delle Falesie di Duino, a nuotatori e imbarcazioni senza motore anche nei primi 60 metri dalla riva." Questo punto ha raccolto un grande consenso tra il laziali: delle 420 firme, infatti, ben 91 vengono dalla regione della capitale d'Italia. Seguono via via altre Regioni. Duino Aurisina, con 13 firme, viene battuta anche dai siciliani (16 firme ) ed è a pari merito con la Campania. anche Malta e la Spagna contribuiscono con due firme, seguite da Svizzera (1) Inghilterra (1) e Sudafrica (1) . Forse però il punto proposto era un "cicinin" ingannevole per i lontani kayakers , a cui la Bruni rende più odiosa questa amministrazione comunale sostenendo che "tanta solerzia stride un po' con i progetto di cementificare la Costiera; si intraprendono grandi opere ad alto impatto ambientale e s'impedisce di nuotare e pagaiare silenziosamente".
Dimentica la Bruni di dire che, tra le firme che depositate nelle petizioni contro la Riserva vi sono anche quelle di sindaco e vicesindaco che all'epoca hanno approvato gli odiosi progetti di cementificazione, che invece il sottoscritto e molti altri dell'attuale amministrazione comunale hanno tentato di fermare sia nelle sedi politiche che giudiziarie. Ma un pochino di distrazione si perdona a tutti...
Magari però la Bruni poteva informare gli amici romani che non si trattava di "mantenere il libero accesso ... per i primi sessanta metri", visto che dal 2013 c'era già un'ordinanza che limita l'accesso a chiunque a trenta metri dalla Falesia per motivi di sicurezza, e che il regolamento approvato prevede per kayak e nuotatori 50 metri e non 60 ...
Se magari poi spiegava a maltesi, spagnoli e siciliani che quei 20 metri in più servono a tutelare la nidificazione di tre specie di avifauna marina in condizione critica di conservazione, magari facevamo tutti un pochino meno la figura dei buzzurri ..
Ma la cosa che veramente mi confonde e' quello che si propone negli altri due moduli di petizione depositati, in cui ci si dice " contrari a limitare l'ancoraggio nella zona oltre i 60 metri dalla linea di costa ai soli natanti ( a motore e vela, ndr ) autorizzati dal Comune" .
I kayakers con sindrome di Tafazzi acuta vogliono dunque un accesso indiscriminato delle barche a motore??? L 'altro punto (terzo tipo di modulo ) depositato chiede che nella riserva naturale venga liberalizzata la pesca sportiva ( che il regolamento invece disciplina tutelando la deposizione delle uova ). Sono questi i kayakers di cui questa petizione dovrebbe portare le istanze??
Ma, come ho già detto altrove, questo approccio è lontano mille miglia dalla filosofia del Kayak.
ma qui, dove sta l'abuso ???
" Ho firmato anche io la petizione, pur essendo il coordinatore del "famigerato" regolamento.
Perchè? Perchè non posso non condividere la parte dove si citano i progetti di cementificazione della costiera e della devastazione del territorio."
Maurizio da qui si legge che lei stesso ha firmato la petizione pur essendo coordinatore del "famigerato" regolamento perchè non condivide i progetti di cementificazione. Di quale petizione parla? Dunque progetti di cementificazione e devastazione del territorio ci sono evidentemente. Ci può fornire il documento in cui se ne parla?
Nessuno vuole navigare in una zona protetta se c'è il rispetto di tutto il resto. Sono disposta ad accettare questo divieto in nome della salvaguardia dell'ambiente ma non in nome di interessi poco trasparenti. Poichè questo rispetto è messo in discussione mi pare legittimo protestare per il divieto alle canoe.
"Se mettete su google il mio nome abbinato con le parole "porto piccoccolo", "magredi", "sistiana" scoprirete che sono anni che lotto per questo.
Se mettete invece il nome della signore prima proponente, scoprirete che in quelle battaglie ( ne su internet ne dal vero ) non si è mai vista."
Questa non mi sembra una cosa che chiarisce le questioni in ballo. Chiunque abbia la facoltà e la volontà di intervenire proficuamente ha il diritto di intervenire ed essere parte di un colloqui democratico. Chi c'è dentro da anni ha il dovere di confrontarsi civilmente portando a conoscenza chi arriva dopo di cose che sà e accettando eventuali nuove conoscenze apportate da chi viene dopo
"Spiace poi che si sfrutti l'opinione pubblica per i propri interessi, raccogliendo firme su una petizione pubblica che, citando ad esca i progetti di cementificazione della costa, non racconta tutta la verità. Per esempio:
1) l'interdizione per il nuoto ed il kayak c'è già per motivi di sicurezza nel limite di 30 metri dalla falesia.
Di questa interdizione nelle mail precedenti si era già parlato. Tecnicamente l'interdizione dei 30 metri è un interdizione che proviene da un Ordinanza della Guardia Costiera. Per definizione le Ordinanze sono e devono essere prese per ovviare a casi eccezionali di sicurezza e come tali sono legittimate solo per un periodo breve e circonstanziato. Che poi in questo paese ciò non avvenga è un altro conto.
"Il regolamento li porta a 50 metri ( 20 metri in più... ), per riuscire a tutelare le specie di avifauna marina che nidificano sugli scogli ( tra cui alcune nidificano o potrebbero nidificare abbassando il disturbo solo qui). "
Il regolamento quale? Quello che ho scaricato dalla sua mail (che è lo stesso che ci aveva fornito la Sig.ra Bruni) non parla di distanze mi pare. Comunque il documento non presenta alcuna registrazione che lasci presupporre un deposito effettuato che testimoni la richiesta ufficiale di discussione. Infatti è non presenta alcun timbro di approvazione da parte di organi competenti. Sono andata sul sito del Comune a questo indirizzo http://www.comune.duino-aurisina.ts.it/index.php?id=4294&no_cache=1&L=0 )ma non ho trovato altro. Può darmi indicazioni più precise a riguardo?
Tra queste c'è ad esempio Somateria mollissima (edredone) , con l'unica stazione di nidificazione in mediterraneo; . L'area è inserita nell'IBA 066M, la rete mondiale delle aree più importanti per la conservazione dell'avifauna in pericolo. Non credo che 20 metri in più, per evitare di impedire la nidificazione o di disturbarla siano un sacrificio che chi dice di amare la natura non può sopportare.; 50 metri sono la lunghezza di una piscina olimpionica .....
No, infatti non è un problema pagaiare a 50 metri, come ho detto sopra. Non è affatto un problema se nell'area protetta indicata e nei regolamenti approvati non si usano due pesi e due misure. Non è un problema neanche di muscoli (come lei riporta nella successiva mail) grazie al mio allenamento posso fare il periplo dell'Italia se solo avessi il tempo per farlo!
2) le misure di conservazione adottate nel regolamento della riserva servono anche da compensazione ambientale propio per quella dissennata cementificazione fatta con Portopiccolo. Se vi leggete le prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale di quell'intervento, scoprite che molto doveva essere mitigato e compensato ( a spese del realizzatore dell'opera .. ) ma che in realtà questa è la prima operazione con cui si tenta di tamponare i danni.
Appunto si tenta di tamponare i danni. Commisurando i danni commessi e conoscendo come vanno le cose nel paese (cioè che il realizzatore dell'opera non paga mai) come possiamo sommessamente accettare che il tamponamento dei danni preveda un divieto di navigazione per canoe?!! Perchè non cercate prima di tamponare ciò che si è fatto e poi imponete il divieto di pagaiare? Magari tutti potrebbero crederci di più e partecipare con passione ad un progetto di tutela ambientale.[/i]
3) Il PCS approvato ed in vigore dal 2011 prevedeva l'interdizione totale dell'area ai nuotatori e alle imbarcazioni (circa 500 metri al largo per una lunghezza di 1800 metri di falesia; Il regolamento che si contesta con questa petizione, tenta di ragionare un pochino meglio, portando la zona di tutela integrale a soli 50 metri, in corrispondenza degli scogli dove l'avifauna marina si riposa, alimenta e riproduce.
Ancora non riesco a trovare il punto del regolamento (in bozza copia incolla quello che avete alelgato? Se gentilmente ci facesse avere quello depositato che è oggetto di discussione e in attesa dell'approvazione...) in cui si parla di 50 metri.
Qualsiasi documentazione tecnica, amministrativa e/o scientifica su queste vicende potete chiederla a me o al Comune.
E' quello che stò facendo.
Grazie,
Francesca Gastaldi