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Razza Umana
RossoFiorentino:
Maurizio, credo di aver frainteso il messaggio di fondo del tuo messaggio e ne sono ben felice, per quanto hai ragione sul fatto che il termine razza mi da particolarmente fastidio condivido almeno in parte ciò che scrivi. Per citare Pasolini, stiamo vivendo una vera e propria a-culturazione dove la specificità sta sparendo in favore di un’omologazione in cui l’individuo occupa uno spazio sempre più neutro e prescritto. Non sono però convinto che questa globalizzazione così rapida, perché è questa velocità a renderla unica, incomprensibile e nuova, abbia bisogno di essere valutata moralmente in quanto è un evento al di là della scelta di un gruppo o di individuo ma piuttosto un fenomeno inarrestabile e forse per questo naturale. Per quanto ami follemente il messaggio di Huxley sui pericoli di una società perfetta per come la potrebbe intendere l’uomo del terzo millennio, che se non conosci sono convinto apprezzeresti, credo che si tratti più di un monito che di una profezia e sono vagamente ottimista sul fatto che a lungo termine l’uomo troverà il modo di rimanere legato ad un luogo, ad un gruppo e ad una prospettiva, insomma che riuscirà a rimanere diversamente speciale.
In ogni caso non credo sia il luogo giusto per continuare la nostra conversazione, anche se ha dei punti di partenza davvero interessanti!
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