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Workshop AcquaViva UISP 2018 - Momento aggregativo valido ai fini dei crediti f.

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Lorenzo Molinari:
Concordo con te Maurizio. Anche il mondo della canoa, che per sua natura vorrebbe esprimersi liberamente lungo corsi d'acqua naturali, laghi e litorali, si ritrova sempre più costretto da norme burocratiche, la cui utilità è molto spesso lucrativa, al di là delle intenzioni - talvolta un po’ miopi od ottuse - di chi le elabora e le promulga, nonostante l'intento possa essere quello di garantire livelli standard e idonei di sicurezza. E non dimentichiamoci che chi norma sono gli stessi canoisti che scalano i vertici delle federazioni, istituzioni e associazioni.

Personalmente ho preferito starmene al di fuori, lasciando ingiallire in un cassetto i miei titoli ufficiali per l'insegnamento della canoa e dando spazio a chi non può farne a meno, o a chi è ancora mosso dall’entusiasmo oppure a chi a sua volta trova interesse lucrativo nell’infinita catena piramidale di corsi specialistici a pagamento, in cui ci si mette il cappello dell’insegnante per addestrare o aggiornare o lo si toglie per essere addestrati o aggiornati, al di là dei corsi base rivolti a chi non indossa ancora alcun cappello.

E tanto di “cappello” e riconoscenza a coloro che, comunque e nonostante tutto, mossi da puro spirito di volontariato e anche con sacrificio di tempo, economico e per le rotture di palle, s’impegnano a promuovere la canoa, con tutte le responsabilità che ciò comporta e grazie a loro, e soprattutto a loro, il nostro amato sport vive e si diffonde.

Chi a Milano abita in zona Est, se vuole mettere il sedere su una canoa, non gli resta che l’Idroscalo per motivi logistici. Pagaiare all’Idroscalo comporta iscriversi a un Club: quota associativa annua intorno a 400€ + 50€ il primo anno + 70€ la certificazione medica, a cui devi aggiungere se sei istruttore i costi di mantenimento e aggiornamento del tuo titolo.
Se invece decidi di scaricare la tua canoa dal tetto della macchina per pagaiare liberamente, ti becchi una multa dai 25€ a 250€, in base al Regolamento del Parco dell’Idroscalo atto: 122130/1.6\2018\2, che al titolo TITOLO V – NAVIGAZIONE E UTILIZZO DEL BACINO, Art. 27 – Navigazione del bacino – Comma 1, cita a beneficio delle società canoistiche insistenti sul laghetto: “La navigazione nel bacino è vietata; la navigazione nel bacino è consentita alle sole società con sede nel Parco ed è opportunamente   regolamentata  per garantire una fruizione in sicurezza”.

Caro Maurizio, sei scappato da tempo e in tempo dall’Idroscalo…
Auguriamoci che anche al porticciolo di Nervi e lungo la costa ligure e sulle acque in genere non promulghino analoghi divieti per chi non è tesserato!

Antonello Pontecorvo:
Le riflessioni di Maurizio e Lorenzo sono condivisibili e, qualcuna, condivisa da chi scrive; al workshop di Roma si parlerà anche di questo, degli strumenti per confrontarsi con questa situazione, dei suggerimenti perché una struttura come l'AcquaViva-UISP (la cui prima mission è lo SportPerTutti) possa aiutare a promuovere e praticare liberamente le nostre discipline.

L'attuale quadro normativo in Italia è qualcosa con cui bisogna necessariamente confrontarsi ma il contesto più generale di riferimento è la Carta Europea dello Sport (http://www.coni.it/images/documenti/Carta_europea_dello_Sport.pdf), ne estraggo due passaggi:

"Articolo 2-I. Si intende per “sport” qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli. "
Il fine è il miglioramento dell'individuo e lo sviluppo delle relazione sociali; la partecipazione può essere organizzata o no: se pagai per "conto tuo" fai quello che ti pare (nei limiti dei codici civile e penale) ma se ti "organizzi" in una struttura (se vuoi, per esempio, fare l'istruttore e/o l'educatore sportivo) persegui i fini e le regole comuni.

"Articolo 1-I. Dare ad ogni individuo la possibilità di praticare sport [...]
II. Proteggere e sviluppare le basi morali ed etiche dello sport, nonché la dignità umana e la sicurezza di coloro che partecipano ad attività sportive, proteggendo lo sport, gli sportivi e le sportive da qualsiasi forma di sfruttamento ai fini politici, commerciali e economici, e da pratiche scorrette ed avvilenti, compreso l’abuso di droga. "
Nel contesto "sportivo" gli Stati ed i movimenti sportivi (di cui si può liberamente scegliere di far parte o no) devono dotarsi degli strumenti per tutelare la sicurezza e l'incolumità dei propri sportivi e dallo sfruttamento a fini diversi da quelli sportivi; sui tempi e i modi si può discutere ed è quello che facciamo in occasioni come i workshop.

Per confrontarci su questi temi e altri e per pagaiare insieme, vi aspettiamo il 9-11 novembre a Roma.

Antonello

luigi colombo:
Re: Workshop
Concordo pienamente con quanto scritto dagli amici Lorenzo e Maurizio.
Siamo alle solite. Il CONI (lo sport sono io) cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di imbrigliare, ingabbiare, irreggimentare uno sport nato libero, sfornando norme e contronorme. Ho già scritto in proposito sull'argomento, evidenziando come a questi "dirigenti" ben poco interessi l'impegno delle Società canoistiche e dei loro soci, spesso bistrattato e snobbato. E a proposito del "workshop" (ma perchè non si usano una benedetta volta i termini in lingua italiana?), si afferma, se ho ben capito, che le Società che non si adegueranno a quanto stabilito da Sua Maestà il CONI saranno escluse da agevolazioni, anche fiscali.
Una parola la vorrei spendere a proposito di "corsi di formazione", che a detta dell'amico Maurizio, spesso sono tenuti da istruttori che neanche sanno pagaiare. Forse è un po'esagerato; tuttavia ho visto corsi tenuti per l'abilitazione a istruttori o allenatori (non ricordo precisamente) di fluviale tenuti non dico sul Sesia o sul Brembo, e nemmeno sul Trebbia, ma indovinate un po' dove? Nel canale della Muzza, cioè su acqua piatta. Questa è la considerazione che il CONI e la Federazione hanno della canoa fluviale agonistica.
Ciò premesso, personalmente me ne impipo di tutte questi "workshop"  e quant'altro. Vado in canoa da quarant'anni sui fiumi, per mio puro piacere, e continuerò a farlo finchè ne sarò in grado e mi divertirò, in barba a CONI, FICK, regolamenti e controregolamenti. Sui fiumi, per fortuna, è ancora consentito la libera navigazione in canoa a chiccessia.
Pace e bene
Jimmy/Anonimo Brembano

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