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Tragico inizio

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Antonio Fierro:
Concordo 100%. Per quanto riguarda i giovani è evidente che vi sia una naturale tendenza all'estremo alla trasgressione, alla ricerca del limite (e non solo in canoa), è per questo che noi anziani siamo chiamati ad educare o quantomeno a calmare i bollenti spiriti . Secondo me quando i giovani non provano più piacere a fare le gole del Trebbia o il tratto classico del Soca o a curare la tecnica c'è da preoccuparsi.
E' nostro dovere dire le cose come stanno anche se poi in questo sport le scelte sono individuali e personali e non c'è niente da dire, ma almeno il clima che si deve creare in un ambiente non deve essere esasperato e sempre alla ricerca del limite e oltre.
Ambiente tranquillo e conviviale, discorsi non sempre esasperati, cura della tecnica e della sicurezza, divertimento comunque in ogni livello, questi sono i discorsi dopodichè ben vengano i 5° ma se fai un II-III non sei uno sfi-ato.

Lorenzo Molinari:
Concordo pienamente con gli ultimi due interventi di Manucosta e Antonio Fierro e aggiungo che le difficoltà - come ben sappiamo - non dipendono solo dalle caratteristiche del fiume ma anche dal mezzo impiegato.
Ce n'è da imparare e divertirsi anche sul terzo/quarto grado, anche da parte di molti che si credono esperti, se si scegliessero canoe a volume ridotto e si giocasse come in un campo da slalom, anziché limitarsi a scendere come tronchi con tinozzoni progettati "per lo Stikine" e compiacersi per l'impegnativa discesa compiuta - a ben vedere - senza alcuna maestria.

Da junior partecipai a un collegiale di slalom a Ivrea diretto da Roberto D'Angelo (allora allenatore della nazionale e olimpico di slalom a Monaco 1972). Tra gli atleti non slalomisti invitati oltre a me c'era Marino Capuzzo, forse chi non è dell'ambiente agonistico ignora questo nome, come quello di D'Angelo, eppure Marino - già allora fortissimo - è tutt’oggi uno tra i canoista più esperti.
Come iniziammo a scendere tra le paline, seguendo le indicazioni impartite, ci trovammo entrambi a bagno, nonostante sapessimo condurre con successo le instabili canoe da discesa di 4,50 m su fiumi come Sesia, Passirio o Adda superiore, sovente anche in piena, dove il quarto grado non manca, e di colpo capimmo quanto avessimo ancora da imparare....

Andrea Gangemi:

--- Citazione da: Emilio "Belu" Beluffi - Marzo 30, 2017, 03:09:08 pm ---sembra esista già una web-application (mi sembra aperta a tutti) per registrare gli incidenti. ITALY è già presente come country, ma non c'è riportato nulla.
Potrebbe essere un punto di partenza? Uno spunto da cui partire?
https://www.americanwhitewater.org/content/Accident/view/

--- Termina citazione ---

Ciao Belu,

Si, il database degli incidenti dell' American Whitewater Association è fatto molto bene. Lo vedo poco applicabile per l'Italia per il semplice fatto che (mi pare di capire) molti canoisti italiani non sanno l'inglese.
Se dovessimo fare un database Italiano sarebbe sicuramente utile "copiare" da loro.
Tra l'altro a me risultava che un incidente, fortunatamente con esito felice, era riportato sul loro sito.
Se ricordo bene era un ragazzo che si era incastrato nella rapida dell'artificiale sul Vara, qualche anno fa.

susanna massaro:
Ciao,
mi ricollego a questa chat per chiedere, da parte della famiglia di Andrea, un grosso favore a tutti i canoisti che frequentano la val Sesia.
La canoa Dagger Mamba blu/azzurra e la pagaia Select Warrior di Andrea, dopo il tragico incidente sono probabilmente rimaste incastrate in qualche parte del fiume. La famiglia avrebbe piacere, se qualcuno li trovasse, di poter riavere barca e pagaia tanto cari ad Andrea. Se tra piene e secche dovessero smuoversi, se sono ancora in zona, e qualcuno li avvista e magari anche recupera, può contattare Daniele al 3471608735 o daniele.corti120470@gmail.com 
Grazie
Susanna   

fredgil:
Canoa recuperata la scorsa settimana, è da me a campertogno. Ho avvertito Maurizio.
Fred

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