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Grande perdita

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Gengis:
Ciao a Tutti ,
addolorato comunico che il Pioniere della canoa d'alto corso ed esplorativa Michele Romano ,dopo una lunga e dolorosa malattia , ci ha lasciato .
I funerali si terranno a Policastro Bussentino  mercoledì mattina .
Al momento sono talmente provato per questa perdita ,che altro non sono in grado di dirvi .
Gengis

Vittorio Pongolini:
A nome del  Canoa Club Milano mi tocca l’inusitato e ingrato compito di unirmi tristemente al cordoglio del mondo canoistico per la perdita di uno dei più autorevoli canoisti d’Italia, un socio per moltissimi anni iscritto al CCM che, se è stato il primo club di canoa esplorativa e turistica d’Italia è anche grazie alle sue imprese.

Il grande, buon Michele Romano, ancor prima di Carlo Grigioni e Guido Faini, è stato il primo ad affrontare e rischiare su rapide di quinto e di sesto grado sui fiumi italiani ed europei a fine anni ’60 e negli  anni ’70. Con Michele scompare tutta la generazione di coloro i quali hanno aperto per primi alla canoa d’alto corso nuovi percorsi e nuovi passaggi sui torrenti che ora, con il miglioramento delle tecniche e dei materiali, sono rese più semplici.

Credo che Michele Romano fosse nato dove ora se ne è andato. Aveva lavorato all’aeroporto della Malpensa per tantissimi anni ma la sua vera passione, infinita, era per la canoa, e non solo per quella estrema perché lo si vedeva anche sul Naviglio Grande a pagaiare con uno dei primi kayak da mare dalle forme eskimesi, bianco, che mai avessero fatto la loro comparsa in Italia. Gli ultimi anni, finché era stato in grado di sedersi  su un kayak, continuava a pagaiare nel  suo mare Tirreno e, a suo dire, era la sola situazione in cui si sentiva bene come in gioventù.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo molto da vicino e fin da bambino perché si costruiva artigianalmente tante canoe in vtr – forse il primo artigiano in Italia - nel laboratorio di mio padre a fine anni ’60, prima che scoprissero il Dyolen, men che meno il Kevlar. Ne costruiva tante perché essendo un canoista estremo, con barche in solo tessuto di vtr e lana di vetro ne rompeva e cambiava diverse all’anno. Aveva prima una “Peugeot 404 Familiale” diesel, quelle della guerra d’Algeria, che gli serviva a tutto e poi un pulmino Bedford diesel verde con cui si muoveva per tutti i torrenti e fiumi d’Italia. Scendeva dove tutti gli altri trasbordavano e lo dimostrò scendendo gran parte degli sbarramenti artificiali del Taro,  quando li costruirono,  interrompendo di fatto la storica “Maratona del Taro”. Lasciò molte punte e code di canoe da oltre quattro metri e venti nei suoi tentativi di passare ovunque e comunque.  Michele fu il primo italiano a scendere la “Rapida di Balmuccia” del Sesia nei primissimi ‘70, dopo moltissimi tentativi in cui vi nuotò:  tutti si imbarcavano sotto, lui sempre sopra, ed alla fine la vinse.

Aveva una cordialità ed una vitalità contagiosa – mi stanno venendo le lacrime agli occhi ricordandola e non me ne vergogno – e con Guido Faini scendeva di lunedì sui molti torrenti italiani allora ancora inesplorati, costituendo il famoso “Gruppo del Lunedì”, di cui ebbi la fortuna di farne talvolta parte e durante i quali mi insegnò tantissime tecniche con la pagaia, eskimo compreso.  Con Carlo Grigioni esplorò i fiumi dell’Epiro, l’Aoos in primis in integrale, e in successive spedizioni con Righini e Francesconi e il gruppo degli emiliani, anche i fiumi del Peloponneso e dell’Arcadia.

Questi sono solo una piccola parte di ricordi istantanei di Michele Romano. Se ne avete altri, scriveteli, diffondeteli, perché è il solo modo di dare continuità alla vita di questo personaggio insostituibile del canoismo italiano a cui tutti noi inconsapevolmente dobbiamo qualcosa.

Addio Michele, chi ti ha conosciuto con una pagaia in mano ti ricorderà per sempre.

Gengis:
Grazie Toio,
per aver ben descritto chi è stato Michele, personaggio autorevole di un mondo ormai andato ,purtroppo.
Di lui ricordo la carica umana , la simpatia e la serietà con cui predisponeva e affrontava i passaggi , in quei tempi non c'erano le imbracature, le prime le costruirà il Guido Faini , ne corde da lancio.
Era simpatico e nello stesso tempo  riservato , oserei dire , di poche parole , sempre misurate ed attinenti,in uno sguardo ed un sorriso ti trasmetteva tutto .
.Per quanto ricordo Michele era di origini napoletane ,la sua Famiglia si era trasferita a nord  per lavoro,  dove si stabilrà anche Lui  dopo la perdita di un Fratello che lavorava nell'azienda Familiare ,congedandosì da Maresciallo Capo della Marina Militare , mi sembra che nell'ultima mia visita a maggio, mi abbia detto che era Telemetrista , nella sua casa ci sono parecchie foto delle navi su cui era imbarcato, chiusa l'attività di Famiglia , divenne Capo Scalo a Malpensa
Per quanto riguarda il kayak da mare , ne costruì uno che fu poi premiato al salone nautico di Genova , uno di quei kayak lo avevo io , non potendolo usare perchè troppo piccolo per la mia massiccia corporatura, fra l'altro aveva il pozzetto oceanico , l'ho cambiato con un 516 SKD ,ne ricordo bene la  filante linea tipo lo spirito inuit .
In questa grave perdita ,ci consola solo sapere che non soffre più.
Gengis

Vittorio Pongolini:
Per gli amici di Michele, un paio di chicche storiche nel filmato on line...:

https://vimeo.com/35309813

...in un video di riassunto della storia del Canoa Club Milano in cui si può vedere, al minuto 5.55 Michele Romano in azione su una rapida di Balmuccia settembrina in C2, dietro Guido Faini (probabilmente i primi a scenderla in C2 intorno al '77, seppure in settembre, con un grado di meno rispetto a giugno). Al minuto 8.15 c'è invece un bel primo piano di Michele che si sta per imbarcare per lo Strona o il Cervo (i biellesi mi aiutino..., ma sono in entrambi i casi delle "prime"). Qui dovremmo sempre essere intorno al '76/77 a giudicare dalle canoe e le auto.
Il video è stato montato da Lilli Di Francesco raccogliendo le immagini storiche di vari filmati di Vittorio Visconti nonchè di nuove immagini del 2005 prese per il 50 anniversario del CCM. E' stato inserito sul web da Veniero Granacci.
Ci sono sul web altri che propongono lo stesso filmato, ma negli altri, incredibile, c'è della pubblicità in apertura! Che effetto vedere gli spezzoni di filmati in super8 che vedevamo nella sede scantinato del CCM, negli anni '70, quasi come carbonari delle acque bianche, con della pubblicità di una nota marca di profumi in apertura!

Gengis:
Grazie per aver riproposto questo amarcord , spaccato non di un tempo passato ma  di una  epopea.
Incollo qui sotto  l'intervento fatto da Roberto Polizzy durante il rito funebre nella Cattedrale di Policastro Bussentino :
Ho conosciuto Michele in occasione del Raduno della FICF sui fiumi del Friuli, a Chiusaforte, nel 1979. Allora però non realizzai quanto fosse bravo e stimato nell'ambiente canoistico.
L'anno dopo in Val Sesia scoprii che la maggior parte dei passaggi  impegnativi portava il suo nome: il salto del Michele, la  rapida di Romano, il frullatore di Michele ecc. ecc.
Nel mondo della canoa era considerato uno dei più bravi, capace negli anni di mettere a punto una tecnica adottata anche dai migliori kayaker italiani ed esteri.
Un cavaliere senza macchia e senza paura, misurato nelle parole e nei giudizi, semplice, modesto e schivo.
Non c'era un fiume o passaggio che non avesse disceso, in Italia molte delle prime (discese) portavano il suo nome e quello dei pochi privilegiati che facevano parte del suo gruppo spesso impegnato anche all'estero.
Per Lui era tutto facile, andare in canoa gli veniva naturale, nelle discese impegnative liberava il suo io, la sua indole da cavallo di razza, un campione come pochi, un Grande con la " G " maiuscola.
Si era cimentato con ottimi risultati anche nelle gare di discesa e slalom, ma i fiumi - o meglio - i torrenti che amava discendere erano altri, più tumultuosi e dalle acque spumeggianti, acque bianche senza dubbio più adrenalinici; del resto la gara che preferiva era quella con la forza degli elementi. E giù per le rapide Michele cominciava a divertirsi quando gli altri iniziavano a " stringere " !!!
La lunga esperienza nella Marina Militare, i lunghi imbarchi lo avevano portato a preferire una vita da solitario, al di fuori del mondo della canoa si apriva poco alle amicizie. Detestava i fanfaroni, gli affaristi, i disonesti e coloro che con il loro comportamento e/o superficialità  inquinano l'ambiente, certo è che non faceva nulla per nascondere la sua avversione e contrarietà anche a costo di farsi "antipatie". Di contro la sua amicizia era piena e sincera.
Amava Policastro e tutta la terra cilentana e la gente semplice che l'abita, amava la sua casa posizionata in zona panoramica veramente unica,   il cibo sano, i sapori, gli odori, i colori, adorava il golfo di Policastro ed il suo fiume (il Bussento), amava gli olivi giganteschi intorno casa, la raccolta delle olive era l'occasione per rivedere gli amici cari che aveva lasciato "su al nord" da anni.
 Michele si inebriava dei panorami e degli splendidi tramonti, nonché dei temporali notturni che mare, fiume e terra illuminavano con  centinaia di fulmini accompagnati dalle forti deflagrazione dei tuoni che tutto facevano tremare .
Penso che la vita nel complesso sia stata generosa con Michele, anche se non gli ha consentito di invecchiare sereno; purtroppo gli ultimi anni - per problemi di salute -  sono stati particolarmente duri, avvilenti e dolorosi........... ma la sua forza interiore, il coraggio, la sua tempra di canoista lo hanno aiutato e sostenuto nell'affrontare questa ultima dura prova nella certezza della fine.
Un abbraccio Michele, resterai nei nostri cuori, sei stato e resterai un Grande.
Lunedì 24 settembre 2016 si è chiusa la Tua vita terrena, di contro continua la tua leggenda perché oramai sei nell'Olimpo della canoa dove incontrerai i molti amici canoisti che negli anni ti hanno preceduto.
Ciao Michele un abbraccio da quanti ti sono stati vicino, dai tuoi amici ed amiche.


 Roberto Polizzy (Pylade 4p) 

 

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