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Davide Sandini

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Discesa in Maè - BL
* il: Settembre 16, 2011, 12:07:07 am *
Ciao a tutti
stavolta voglio raccontarvi di una discesa sul Maè, torrente che scende dalla destra del Piave, alla periferia di Longarone, di fronte alla famigerata valle del Vajont.
Da oltre dieci anni avevo in mente di scenderlo, non ricordo neanche chi me ne avesse parlato.
Feci una ricognizione da solo in un freddo inverno attorno al 2000, ed ebbi l'impressione di aver trovato una perla.
Poi per dieci anni almeno, cercai di convincere gli amici ad investire un giorno in una discesa un po' fuori dagli schemi.
Niente da fare, c'era sempre qualcosa di meglio.
Raccolsi qualche informazione da qualcuno che lo aveva già sceso, e lessi con avidità il resoconto di Balducci l'anno scorso.

Finalmente la scorsa  settimana, decido di andare in ricognizione, e ne parlo con gli amici: purtroppo ( o per fortuna) quella che doveva essere una risalita a piedi con la muta nella gola del Maè diventa il programma di una discesa.
Arriviamo sabato mattina a Longarone, forti del resoconto di Francesco, e di un paio di discussioni con Eros Cappelloto e Riccardo Bosco.
Laura, Andrea e Marco che arrivano un'oretta prima fanno conoscenza con una certa Claudia e con un tale della Protezione Civile di Longarone che gentilmente tentano di dissuaderli dallo scendere: dicono che tutti quelli che sono scesi prima sono stati recuperati con le corde dal soccorso alpino.
Un gruppo di tedeschi, imbarcatisi a monte della zona sifonata di Soffranco, e un gruppo di "Surviver", entrati pensando di potercela fare ad uscire da soli.
Naturalmente io so che non è vero, loro sanno solo degli sprovveduti che sono scesi senza preparazione.
Dato pero' che la gola strettissima è sempre a rischio di ostruzione, e visto che la portata è circa 2 mc/s, il doppio di quella indicata da Francesco, decidiamo di scendere prima sul fondo della profonda gola con le mute e visionare il punto da trasbordare. Vediamo che la cosa è fattibile ma la faticosa discesa, la ricognizione e soprattutto la risalita verso la strada sono spossanti, ma non come la nuova discesa con le canoe.
Comunque arriviamo in fondo, due pagaiate e poi di nuovo a terra per trasbordare un gruppo di passaggi nicchiati che riteniamo poco sicuri con questa portata.
Alla fine si parte, entriamo nella stretta e buia gola che per quasi 3 km ci troviamo di fronte.
All'inizio 3 passaggi di III+ fanno presagire una discesa complicata dalla ristrettezza del torrente e dalla mancanza di possibilità di sbarco, ma poi le difficoltà calano, e rimane solo la bellezza di una profondissima forra, molto piu' scura e stretta anche delle gole del Lao o dell'Arzino.
A volte non si vede niente verso l'alto, se non pareti ondulate dall'erosione e decine di tronchi incastrati a varie altezze, per forse 40 o 50 metri sopra. A volte enormi marmitte si aprono ai lati, mentre si pagaia in tranquillità nel buio. In alcuni punti addirittura la fessura sale inclinata di 20° verso sinistra, una prospettiva insolita e bizzarra.
Qualche rapida di secondo grado interrompe i tranquilli meandri della forra, e un paio di tronchi di traverso movimentano la discesa.
Certo ci sentiamo degli incapaci, dato che continuiamo a fare sbattere le canoe una contro l'altra, ma è solo perchè stiamo pagaiando con la bocca aperta mentre guardiamo verso l'alto, fra le doccie create dagli affluenti che possono arrivare solo dall'alto.
Alla fine si esce verso la luce, e lo sbarco alla periferia di Longarone arriva troppo presto.
Allo sbarco incontriamo la Claudia di prima che ci fa i complimenti per aver terminato la discesa senza aiuti esterni.

Non voglio incitare nessuno a scendere il Maè, non vorrei che la gente considerasse la difficoltà di questo fiume guardando solo il grado WW: in realtà l'unica certezza di non avere problemi con colini e frane nella strettissima e non risalibile gola, è di entrarci con una portata ridotta.
Considerate anche che la diga di Pontesei a monte potrebbe rilasciare, e in quel caso il torrente si potrebbe alzare anche di parecchi metri.
Un bagno all'inizio, inoltre, o un gruppo non affiatato potrebbe portare a farsi a nuoto un buon tratto del torrente.
Andateci quindi con la consapevolezza che farsi venire a prendere dal soccorso alpino oltre che un costo, comporta anche il rischio di farsi mettere un divieto, ed in questo periodo in cui ci stanno vietando i fiumi non sarebbe una buona cosa.
Valutate il resoconto su CKfiumi e cercate di non sbagliare l'imbarco. Chiedete ai locali che si sono dimostrati gentili e precisi.

Se siete un gruppo affiatato e solido, andateci pure, il Maè vi aspetta proprio quando gli altri fiumi sono a secco.

Un grazie a Serena, Laura, Andrea e Marco per avermi portato qui.

Davide




.. mi disse che era l'impresa più stolta di cui mai avesse sentito parlare..
R. L. Stevenson, "Viaggio in canoa"

Marco Pec

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Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #1 il: Settembre 16, 2011, 11:23:27 am *
A volte non si vede niente verso l'alto, se non pareti ondulate dall'erosione e decine di tronchi incastrati a varie altezze, per forse 40 o 50 metri sopra. A volte enormi marmitte si aprono ai lati, mentre si pagaia in tranquillità nel buio. In alcuni punti addirittura la fessura sale inclinata di 20° verso sinistra, una prospettiva insolita e bizzarra.
Un grazie a Serena, Laura, Andrea e Marco per avermi portato qui.

COMPLIMENTI.. non avete qualche foto???

Pec

Dani Ckfiumi

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Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #2 il: Settembre 16, 2011, 02:26:41 pm *
Non avevo colto che il Maè potesse essere simile avventura ....

e bravi i vicentini (e vicentine) ... !!!!!  :D
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laura dinale

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Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #3 il: Settembre 16, 2011, 07:52:26 pm *
Che bello il Maè!
Da anni lo inseguivamo. Me n'ero innamorata quella volta che Davide, di ritorno dal Cellina, me lo aveva fatto vedere dall'alto della passerella poco fuori Longarone: una forra strettissima e altissima che dà le vertigini a guardarla. Sabato, osservando con il canocchiale il torrente da lassù, avevamo individuato un grosso tronco che lo attraversava e dall'alto sembrava a pelo d'acqua. Poi si è rivelato un tronco incastrato a un bel po' di metri d'altezza.
Giochi di prospettiva.

Mentre i miei compagni sono risaliti a prendere le canoe, sono rimasta per un'ora abbondante da sola in fondo alla valle, in bocca alla gola, in compagnia di impronte e cacche di animali, con il sole che scompariva, qualche fogliolina che ogni tanto scendeva dall'alto e il freddo che mi attanagliava.
Che sensazione! Trovarsi da soli all'ingresso di una gola è bello e strano.

Poi, dopo aver calato le canoe con le corde, ci siamo imbarcati per trasbordare subito dopo per circa 200 metri su e giù per le rocce con il caldo - ora sì - che diventava insopportabile e la fatica che cresceva. Ci guardavamo in faccia facendo finta che fosse tutto a posto, invece eravamo stanchi, spossati, in ansia perchè non sapevamo cosa ci attendeva (al nostro arrivo nessuno ci aveva incoraggiato a scendere, anzi...).

Eppure eravamo attratti dalla gola: la vedi, è lì che ti chiama, sarebbe stupido tornare indietro.

E così siamo scesi io, Davide, Andrea e Marco e siamo ammutoliti. Dopo i primi tre passaggi, che Davide ha descritto e che hanno aumentato il nostro livello d'attenzione, ci siamo inabissati nella forra. Il rimbombo delle nostre canoe che urtavano le pareti di roccia era fortissimo, la luce scarsa; scendevamo più ad orecchio che a vista, tra meandi e sinuosità. Pareva di essere nelle viscere della terra. Le pareti di roccia erano bagnate e punteggiate di escrescenze rosse, dall'alto talvolta si vedevano scendere liane e vegetazione rigogliosa, il fondo del torrente era "buio più che perso". E c'era un incredibile silenzio.

Noi non parlavamo sia perchè cercavamo di farci guidare dal rumore dell'acqua sia perchè eravamo colti da un'emozione intensa. Insomma, pareva di essere entrati in una cattedrale e di varcare un luogo sacro. Il nostro era un silenzio reverente.

E' difficile trovare le parole: ad un certo punto ci è sembrato che fosse calata la notte, perchè la luce non entrava. Poco dopo ci siamo sorpresi nel vedere una meravigliosa cascata di vapore - così l'ho chiamata -, goccioline che scendevano dall'alto e che un po' alla volta si traformavano in vapore. Buttarsi sotto per me è stata una delizia.

Al termine della discesa è stato struggente uscire dalla gola e dover sbarcare.
Ho pensato che la felicità si trova ovunque, anche a Ulubri, se si ha l'animus aequus (questa è per Francesco Balducci - sono certa che la coglierà - al quale tempo fa avevo chiesto informazioni sul Maè e che ringrazio per avermi incoraggiato ad andare)

Grazie al Maè, a Marco, a Davide e ad Andrea per aver accontentato il mio "capriccio" (da settimane li stressavo con la storia del Maè...) e a Serena e Milo che ci accolgono sempre con grande calore.
laura


Giorgio Jandolo Cossu (JC)

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  • Portatemi al freddo ... vi prego ;-)
Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #4 il: Settembre 18, 2011, 11:43:54 am *
Io invece si ... sigh, sigh ...
Ma prima o poi riuscirò ad andarci. ;-)

Bella impresa. :-)
 
Giorgio (JC)

Non avevo colto che il Maè potesse essere simile avventura ....

e bravi i vicentini (e vicentine) ... !!!!!  :D


andrea consuma

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Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #5 il: Settembre 18, 2011, 07:23:41 pm *
Confermo tutto!!!!! La fatica, il sudore, gli sguardi pesanti e consolatori del trasbordo, l'ansia per la discesa iniziale, l'andare verso l'ignoto, il buio, i giochi di luce. Le pareti liscie levigate dall'acqua che sapientemente, come solo uno scultore potrebbe, ha levigato per regalare a chi ha la fortuna di vederle, figure mistiche e fiabesche. Confermo tutto, anche l'emozione/estasi di passare dagli inferi al paradiso!!!!!
P.S. La cascata vaporosa di cui parla Laura, "...tanto bella pare..." io se fossi in voi però la lascerei stare che si capisce esista un centro abitato lassù!!!!!
Un grazie a Davide che ci ha stress... l'animo per non sò quanto tempo per fare il Maè, a Laura per il suo spirito poetico a Marco per la sua forza d'animo ferrea e al Maè per averci voluto regalare il meglio di sè!
Andrea :D :D :D :D :D 
gadget

Francesco Balducci

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Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #6 il: Settembre 20, 2011, 04:47:29 am *
Complimenti per la bella avventura in uno dei torrenti più angusti e affascinanti ch'io ricordi. Dice bene Laura, che saluto: la felicità è ovunque se si ha l'animus  aequus... Non comprendo perchè questo meraviglioso corso d'acqua dalle spettacolari gole sia disatteso dai canoisti, sovente troppo poco curiosi e pigri, abituati a ripercorrere sempre le solite vie. E' un tratto impareggiabile, dalla sconvolgente bellezza, talvolta inquietante,vietata ai claustrofobici. Se il Cannobino vi ha impressionato, se il Verdon vi ha meravigliato, il Maè vi farà sentire partecipi dei segreti della terra, solcandone una stretta venula, come globuli diretti al cuore. Attenzione però, come giustamente ricordato, il torrente non è per tutti, non è per principianti. L'uscita dalla forra è impensabile prima del punto di sbarco.  Grazie ancora per avermi riportato alla memoria una delle discese più emozionanti ch'io abbia fatto.

Davide Sandini

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Re: Discesa in Maè - BL
* Risposta #7 il: Settembre 21, 2011, 07:25:45 pm *
Dici bene Francesco, forse è solo pigrizia, o la convinzione che servano i grossi volumi per divertirsi..
Ne approfitto ringraziarti per il resoconto che hai pubblicato, e che ci ha spronato a togliere dal cassetto la voglia di scendere il piu' angusto torrente.

Davide
.. mi disse che era l'impresa più stolta di cui mai avesse sentito parlare..
R. L. Stevenson, "Viaggio in canoa"