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QUANTE COSE VORREI DIRE...

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Skillo:
Non sarei così selettivo con i corsi per tecnico, credo che sia una prima infarinatura per dare ai club la possibilità di avere, almeno sulla carta, del personale qualificato per poter mettere in acqua bimbi e ragazzi.
Da lì in poi ci vorebbe altro ma non credo che sia possibile certificare a tavolino la qualifica necessaria perchè essa si chiama "esperienza" e noi tutti sappiamo dove la si consegue: in acqua.
Inoltre, salendo di livello, non basta più l'esperienza ma devono intervenire altri fattori tra i quali il primo è la stoffa. Senza la stoffa giusta si potrà diventare dei tecnici o degli allenatori come ce ne sono a centinaia in Italia, ma nulla di più.   

Marco Terenzio:

--- Citazione da: skillo - Marzo 28, 2010, 10:39:32 am ---Non sarei così selettivo con i corsi per tecnico, credo che sia una prima infarinatura per dare ai club la possibilità di avere, almeno sulla carta, del personale qualificato per poter mettere in acqua bimbi e ragazzi.
Da lì in poi ci vorebbe altro ma non credo che sia possibile certificare a tavolino la qualifica necessaria perchè essa si chiama "esperienza" e noi tutti sappiamo dove la si consegue: in acqua.
Inoltre, salendo di livello, non basta più l'esperienza ma devono intervenire altri fattori tra i quali il primo è la stoffa. Senza la stoffa giusta si potrà diventare dei tecnici o degli allenatori come ce ne sono a centinaia in Italia, ma nulla di più.   


--- Termina citazione ---
Ciao, Skillo
A proposito, mi sto adoperando per ‘fast&clean’.
Per insegnare ai bimbi (di età anagrafica), non ci vuole un tecnico, ma un educatore. Nei villaggi turistici ce ne sono di simpaticissimi. Fanno fare 1000 cose ai bimbi: correre, saltare, giocare, con un occhio a trasmettere certi valori quali la lealtà, la solidarietà,ecc. Hanno tempo per sapere che la pagaiata è in 4 fasi. Non metterei certo in mano ad un bimbo, una pagaia a portanza in carbonio per intenderci. Sarebbe bello che nei club ci fosse anche una educatrice/ore. Il ruolo del tecnico, secondo me, è quello di dare una prima impostazione (ai ragazzi di età anagrafica, ed a quelli che si sentono tali). Ma questa impostazione DEVE essere quella giusta. Inoltre dovrebbe essere possibilmente un “tuttologo” della canoa, conoscere sia l’acqua mossa,la velocità e la polo.
Sarà poi l’istruttore federale a indirizzare verso una specialità o l’altra. Per il resto sono d’accordo con te.
marco

andrea bertani:
Purtroppo anche da queste discussioni vedo che Marco Terenzio è lontano dal mondo dell'agonismo ( alemno da quello che si percepisce) e della crescita di un vivavio che possa dare qualche futuro atleta alla nazionale italiana e che Skillo forse si sta parando gli occhi...

La realtà italiana è tragica...le società  non hanno soldi  o li sperperano, non hanno allenatori  preparati ( almeno la maggior parte ). Manca una "scuola italiana" come esisteva una volta, manca la voglia di faticare e soffrire , manca la voglia di mettersi in gioco e riconoscere i propri limiti. Tante società credono di poter fare da sole non riconoscendo i limiti dei propri allenatori e la mancanza di risultati nonostante un alto numero di atleti . Nel bene o nel male i risultati sono i risocntri oggettivi del lavoro di un club e di una società . ATTENZIONE: stiamo parlando del futuro della canoa agonistica italiana e non di società con meri fini sociali o ludici .

Un conto è fare i babysitter durante qualche pomeriggio la settimana un conto è essere una società che fa agonismo e che sforna giovani atleti...

Skillo:
Parando gli occhi? Non credo, caro Andrea.
Sono piuttosto le società a pararsi gli occhi continuando a sperare che il volontariato supplisca a tutto.
Non certo io che già venticinque anni fa proponevo ai club in cui ho militato di indirizzare i loro sforzi all'assunzione di una persona in grado di portare i ragazzi in acqua e di gestire la struttura e le attrezzature della società. Perchè ne sono ancora convinto: basta una persona, pagata il giusto, per mandare avanti una società. Poi puoi mettere tutti i dirigenti e i volontari che vuoi, ma senza una persona che faccia davvero le cose non si va molto lontano. E così è stato.

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