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DAL FONDO AL RIDICOLO

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Ettore Ivaldi:
Caro Nello,

 devo rivedere la mia posizione sul ruolo e sulla funzione del Team Leader, in effetti la mia era una visione decisamente antiquata, in realtà un vero Team Leader deve avere le seguenti caratteristiche:

1.   essere presente sul percorso di gara durante gli allenamenti assumendo quell’aria distaccata e sorpresa nel vedere tante canoe scendere assieme un percorso di slalom. Dall’espressione si capisce che si sta chiedendo: ma dove sono e che cosa stanno facendo tutte queste persone attorno a me?
2.   fondamentale è poi non aver contatto con nessun altro di pari rango di altre nazioni. I segreti di come conquistare il mondo devono rimanere tali sia agli altri che allo stesso team leader;
3.   vestirsi in maniera vistosa dando spazio a t-shirt che ricordano probabilmente  viaggi in America del sud. Luogo famoso per musei e reperti storici;
4.   il team leader ricorda spesso e volentieri agli atleti il suo merito nell’averli portati a gareggiare in nazionale;
5.   l’anonimato per un vero team leader è fondamentale quindi si consiglia di portare sempre occhialoni da sole e orologio tipo “Rolex” in acciaio;
6.   tra una sigaretta e l’altra si può ingannare il tempo con una fresca e meritata pivo locale nel baretto che inevitabilmente c’è su ogni campo di gara;
7.   fino a quando c’è è buona educazione tenere compagnia alla collaboratrice logistica visto che anche questo ruolo può servire come no, in relazione al luogo;
8.   il team leader gode quando è chiamato a dirigere il traffico prendendo la funzione di semaforo;
9.   il team leader si presenta al consiglio di gara scortato dal C.T. che a sua volta è supportato dal Tecnico di settore. Trova un posto a lato e, sempre mantenendo l’anonimato, cerca di carpire l’argomento della riunione: dopotutto l’inglese non è una lingua neo-latina e le similitudini con il capitolino sono effettivamente poche. Si rende conto che è finito quando tutti si alzano in piedi e lasciano il posto, lui perplesso li segue;
10.   il team leader è colui che a metà gara lascia il gruppo e si affretta a tornare a casa specialmente quando ci sono due atleti in finale… il grosso del lavoro è stato fatto e quindi cosa serve restare?
11.   dimenticavo! Il team leader è colui che si tiene aggiornato leggendo CKItalia e lo si capisce dal fatto che non saluta chi scrive del team leader!

Vedi Caro Nello, nella vita c’è sempre da imparare –
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

nellokayak:
Guardo, ascolto, leggo e cerco di imparare!
Speriamo che non sia troppo tardi!

Ettore Ivaldi:
Non facciamo in tempo a girare l’occhio ed eccoci  presi di sorpresa con convocazioni assurde, poco pubblicizzate, che non meritano, neppure da un ufficio stampa federale, alquanto deficitario ed impreciso, una notiziola sulla home page.
Mi chiedo con quale principio oggettivo, con quale motivazione tecnica, con quale progetto futuro si possano diramare certe convocazioni.
Non c’è una logica che sia una. Non c’è uno staff tecnico unito che cerca di portare avanti un lavoro chiaro e definito. Non esiste connessione tra gli atleti convocati, si va tanto per andare! Ma finita una stagione, e tutti sappiamo com’è andata, non è il caso di fermare le bocce e mettersi attorno ad un tavolo e ragionare sul futuro? Fare un bagno di umiltà e ammettere  che è stato un fallimento, sarebbe più corretto!
Perché si vuole proseguire su una strada che da 5 anni non porta nulla se non tanto malcontento con notevoli spese per tutti?
Tra i kappa uno si mettono assieme junior e  U23, con atleti evoluti che a sua volta cercano un loro rilancio. Il buon Romeo, campione europeo 2008 U23, non è stato considerato per tutta la stagione, ha fatto una serie di gare nel 2009 disastrose e ora ritorna in auge con un pseudo raduno-gara. Due under con tre senior e in mezzo uno junior che passa senior. Domanda ma gli altri senior, junior e U23 cosa fanno perché non sono stati convocati? Spiegateci la logica! Avrebbe avuto più senso, se mai ci fosse stato un senso, affrontare questa trasferta, in questo momento così critico per la canoa slalom italiana, portando gli junior che nel 2011 avranno  i campionati europei. Il canale è molto impegnativo e ci vuole tempo, lavoro e tanta pazienza per cercare di portare a casa qualche risultato. O forse gli junior non interessano? Certo lo si potrebbe dedurre anche dal fatto che nella relazione trimestrale del presidente si ignora completamente l’oro conquistato dai nostri atleti ai Campionati Europei! E non mi si dica che la ragione è che il prossimo anno in questo canale ci sarà una gara di coppa del mondo… non si prepara una gara di coppa del mondo visto che questa serve, normalmente, per avvicinarsi al mondiale. Quindi meglio puntare a raduni e gare a Tacen e meglio ancora Bratislava visto che ci si giocherà la qualificazione olimpica nel 2011.
E il tecnico dei kappa e il tecnico delle canadesi  perché non sono stati convocati? Forse il commissario  tecnico – tornato ad essere appellato con questa dicitura – non ritiene necessario avvalersi della loro collaborazione, tra l’altro ben pagata? Di donne ne è rimasta una i C2  sono due, l’investimento sul C1 è già finito?
Ma dove bisogna arrivare per capire che proprio non ci siamo?

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi   

                                                             Congratulazioni a Rio 2016!

Ettore Ivaldi:
L’eremita Pietro del Morrone, futuro papa Celestino V, nacque probabilmente a Sant’Angelo Limonano in Molise nel 1209. Fu fatto papa il 29 agosto 1294 e si stabilì a Napoli seguendo il re angioino Carlo II. L’unico suo atto che si ricordi fu la bolla pontificia per permettere ai papi di abdicare. Non passò molto  tempo  e prendendo alla lettera l’editto  il 13 dicembre, dello stesso anno in cui fu nominato al soglio pontificio,  abdicò.
Ponzio Pilato era un procuratore romano della Giudea nominato dall’imperatore Tiberio nel 26 d.C. e tutti sappiamo perché è diventato famoso.
Dante, il sommo poeta,  non ci fa capire bene se incontra con Virgilio nel terzo canto dell’Inferno, anzi nel vestibolo, Celestino V o Ponzio Pilato,  ma è chiaro di chi sta parlando: degli ignavi cioè di coloro che nella loro vita non hanno preso una decisione, non hanno saputo prendere posizione. La loro filosofia era quella di stare nel mezzo, restare neutri. Come Virgilio ci spiega bene:

“Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
…”Dio o chi per esso  ti ha dato una testa per pensare per agire per avere quel coraggio che alimenta lo spirito e l’anima. L’unico punto che, pur lasciandoci animali, non ci paragona alle bestie.

“Questi non hanno speranza di morte
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ‘nvidiosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

Ma chi sono io per aggiungere anche una sola virgola a quello che Dante, con una potenza capace di far esplodere mille montagne,  ci fa capire e con cui ci spinge oltre ogni inimmaginabile confine? La poesia non è solo nella penna di chi scrive, ma è anche nelle orecchie di chi ascolta.  Se solo sentirete un sussulto  dentro di voi sarà sufficiente per non rischiare di restare in quel antinferno:
“…
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
 

maurizio bernasconi:
Ti rispondo perché mi sembri un eremita che parla nel deserto. Siccome anch'io faccio partime l'eremita, dalla mia duna grido qualcosa io pure, in questo megafono per solitari agli antipodi. Così facciamo un coro di anacoreti. Dar contro a Dante... come si fa, chi osa? Ben prima dell'Alighieri qualcun'altro aveva detto che a Dio non piacciono i tiepidi, insomma era cosa risaputa da mo'... ma caro Ettore, quanti sono quelli che davvero vivono? Non puoi pretendere nulla con la forza della ragione e gli insulti (soprattutto la ragione non funziona). La maggioranza è addestrata a rispondere a segnali codificati assai schematici. Le faccende dell'anima bisogna vedersele per conto proprio, nel raccoglimento dei gabinetti chimici, sulla propria tazza, sul buco nella sabbia, sul pitale del nostro privatissimo cranio, sull'ostensorio, nel pozzetto, a seconda. Potere e commercio usano il linguaggio giusto. Carezze, minaccie e scontatissime prese per i fondelli. Ma sono intrattenimenti inumani. Meglio starne fuori. Giudicare gli altri è poi impossibile ed è stata avanzata anche l'ipotesi che in realtà gli altri neppure esisterebbero. Se voglio vedo gli antichi fiumi fra una duna e l'altra. Ti piacerebbero. Sono tutti fiumi di quarto continuo, fin troppo tersi. Ma studiando la tesi di Pavel Florenskij (matematico e prete ortadosso) sulla teoria della discontinuità devo puntualizzare (perdio: puntualizziamo, che è gratis) devo puntualizzare che un quarto continuo non può esistere per definizione, infatti a più ripresse, anzi a infinite riprese, si aprono breccie nell'apparente regolarità del flusso tali da costituirsi in paradisi di oceano dolce sicché il canoista pronto a capire vi si può gettare, può constatare, stare, e da lì, a suo gusto, può rituffarsi in corrente e riuscirne, ad libitum, a scorno eterno dell'indeciso, del pavido, dell'estraneo a se stesso, [solo per la rima] del fesso (fesso= fissurato, diviso, disunito, come le chiappe dei francesi, nota a beneficio degli etimologisti). Ti prego di non abbandonarti al delirio dei profeti come io ho fatto. Contimua invece a raccontarci di Peter Sodomka, di Bournie, di Sattler e altre storie. Grazie Mau       

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