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LUTTO NELLA CANOA ITALIANA

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Claudio Schermi:
Caro Lorenzo,
ero un atleta e dormivo a Sabaudia quella notte del 1980 quando in una stanza gremita di Atleti partì un colpo dalla Pistola di Aurelio Pierangeli, atleta romano, mio amico e avversario in forza ad un gruppo sportivo militare, uccidendolo sul colpo. Aveva ventun'anni!
Ero un allenatore nel 1987 quando il diciassettenne di Sabaudia Massimiliano Crivellaro cadde per un colpo partito da un'arma di un piantone. Quel ragazzo aveva appena conquistato l'argento a Mechelen in K4 con 3 miei atleti.
Ero un padre questa mattina mentre abbracciavo il padre di Marco e mio figlio era lì, in quella stanza fredda, a respirare e condividere il dolore dei familiari insieme a tanti altri giovani che insieme a Marco hanno gareggiato.
Tre storie totalmente diverse, quest'ultima forse ancora più assurda e incomprensibile.
Volevi una spiegazione, non ce l'ho! Ti ho raccontato tre storie di Atleti Azzurri della Canoa che ti ribadisco sono molto diverse tra di loro ma che hanno in comune Sabaudia ed una maledetta pistola.
Non chiedere altro e prendiamoci ognuno un momento di riflessione, pensando anche alle parole di Gengis che mi hanno molto colpito.
Grazie.

Massimo Righi:
Una sola cosa rimane nei pensieri e nel cuore di tanti canoisti ,
abbiamo visto questi ragazzi crescere e diventare grandi , a volte si dice che li abbiamo cresciuti ...
e senza retorica posso dire che qualche cosa lo abbiamo sbagliato , comunque lo abbiamo sbagliato .

Saluti a Tutti ,
Massimo .

(Presidente di società)

cecco:

--- Citazione da: Massimo Righi - Novembre 09, 2008, 09:50:14 pm ---Una sola cosa rimane nei pensieri e nel cuore di tanti canoisti ,
abbiamo visto questi ragazzi crescere e diventare grandi , a volte si dice che li abbiamo cresciuti ...
e senza retorica posso dire che qualche cosa lo abbiamo sbagliato , comunque lo abbiamo sbagliato .

Saluti a Tutti ,
Massimo .

(Presidente di società)

--- Termina citazione ---

Apprezzo molto la riflessione di Massimo,non ci sono risposte o soluzioni facili, per questo considero molto importante la testimonianza di una persona che non conosco ma che suppongo sia impegnata nel seguire giovani atleti e che ha il coraggio di farsi delle domande sul proprio operato.

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